Il percorso di Enel da pubblico monopolista elettrico a gruppo energetico multinazionale. È l'ultima fatica del professor Valerio Castronovo (già ordinario di Storia contemporanea all'Università di Torino, direttore della rivista di scienze e storia «Prometeo») - questa volta in coppia con il collega Giovanni Paoloni (docente di Archivistica generale presso l'università La Sapienza di Roma). «I cinquant'anni di Enel», collana Grandi Opere dell'editore Laterza - 288 pagine con illustrazioni - ripercorre le tappe fondamentali dell'azienda, ma non si limita a raccontare nei dettagli l'evoluzione dell'ex monopolista pubblico. Analizza, infatti, i diversi passaggi politico-economici del nostro Paese che hanno accompagnato le varie tappe dell'attuale gruppo energetico multinazionale.
L'istituzione dell'Enel, nel 1962, a conclusione di un acceso dibattito politico e in coincidenza con la formazione del primo governo di centro-sinistra, è stata considerata la più importante riforma di struttura della Prima Repubblica. La nazionalizzazione dell'industria elettrica ebbe infatti come risultato di spostare il baricentro dell'assetto economico verso la mano pubblica.
Garantire però la copertura del fabbisogno nazionale e la fornitura di energia a tutto il Paese, e ai minimi costi, senza alcun aiuto finanziario dello Stato, si rivelò una missione molto difficile e onerosa. Anche perché l'Ente doveva saldare gli ingenti indennizzi riconosciuti alle imprese private nazionalizzate e a quelle dell'Iri.
Una volta assolto il compito attribuitogli, tuttavia, grazie all'opera dei suoi tecnici altamente specializzati, e superata la lunga fase di stagflazione tra gli anni Settanta e Ottanta, l'Enel si è impegnata, dopo la rinuncia al nucleare, a diversificare al massimo le altre fonti energetiche, estendendole a quelle rinnovabili.
Nel volume, Valerio Castronovo traccia un quadro d'insieme di questa complessa vicenda, mentre Giovanni Paoloni analizza in particolare le iniziative dell'Enel in campo tecnologico e ambientale.
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