Il governo torna alla carica ​sulla lotta al contante

Il governo si arma nella battaglia contro il contante. Previsti nuovi meccanismi che hanno come obiettivo principale premiare chi non usa le banconote

Il governo torna alla carica ​sulla lotta al contante

Una guerra, quella al contante, dichiarata dal governo giallorosso fin dai suoi primi passi. Dallo scorso primo luglio il tetto all’uso del cash è sceso a 2mila euro. Una misura discussa che ha portato con sé mille polemiche. Ma la maggioranza vuole fare di più. Così, nel decreto di agosto, testo che sarà esaminato nei prossimi giorni dal Parlamento, spuntano nuovi fondi per premiare chi le banconote non le utilizza. Per il prossimo anno così un miliardo dovrebbe essere dedicato proprio alla lotta al contante.

In campo dovrebbe tornare il fondo per il cashless. Nell’ultima legge di Bilancio Conte e compagni avevano previsto tre miliardi per invogliare gli italiani ad abbandonare le banconote che però erano sfumati in fretta dopo il meteorite chiamato Covid-19. Ma a quanto pare la rinuncia è solo temporanea e, stando a quanto spiega il Sole 24 Ore, il decreto atteso per la prima metà di agosto si occuperà di ricostruire il fondo.

Così ritroviamo tra le azioni più care al governo la duplice ambizione di mettere in campo una dura lotta all’evasione fiscale e una battaglia il contante. A ciò va aggiunto il desiderio di costruire per gli autonomi un "fisco minuto per minuto" in grado di abbandonare saldi, acconti e modelli matematici di determinazione dell’imponibile presunto. L’idea di base, teorizzata dal direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, e rilanciato nei giorni scorsi dallo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è di far calcolare direttamente dall’amministrazione finanziaria le imposte dovute sulla base degli incassi effettivi. Così per un amplia platea di contribuenti le imposte si pagheranno mese per mese, prelevando i soldi direttamente dal proprio conto corrente. Qualcosa che oltre a semplificare il sistema, aiuterebbe le tasche degli italiani. Tanto che il provvedimento accontenta praticamente tutti, Confcommercio in testa.

Tuttavia, è chiaro che gli incassi devono essere tracciabili. Ed è su questo che il governo sta lavorando. Si parla di obblighi e divieti, senza dimenticare gli incentivi. Tra gli obblighi, come abbiamo scritto, c’è la riduzione del tetto al contante. Un’azione che impedisce l’utilizzo di una serie di detrazioni fiscali per le spese fatte con strumenti non tracciabili e vieta pagamenti in contanti superiori a 2mila euro. Tra gli incentivi, il credito d’imposta del 30% sulle commissioni sostenute da esercenti e professionisti per i pagamenti tramite Pos. Ma manca, appunto, la parte più importante, quella dei bonus per favorire il cambio di abitudini degli italiani.

Tra questi troviamo il bonus Befana che da gennaio avrebbe premiato gli acquisti tracciabili del 2020. Poi, però, è arrivato come uno tsunami il coronavirus e la macchina si è fermata.

Oltre a questa misura era prevista dallo Stato l’introduzione della lotteria degli scontrini che nonostante anni di promesse non è ancora riuscita a vedere luce. Ora, la maggioranza, tenta di metterci una pezza. E chissà come andrà a finire.

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