Il governo chiede aiuto anche alle banche, per far quadrare i conti del 2020, con una riduzione del deficit di 1,6 miliardi e per affiancare lo Stato nella lotta all'evasione fiscale.
Nel bilancio, infatti, è prevista una misura che permetterà di controllare gli incassi dei singoli e segnalare le anomalie. Si tratta del cosiddetto "evasometro con anonimizzazione". Le banche, cioè, potranno accedere e controllare i movimenti dei conti dei clienti, che verranno profilati, senza però venire a conoscenza dei loro dati personali. Nessuna invasione della privacy, quindi, ma un controllo serrato sulle transizioni e sui consumi dei clienti, così da evidenziare eventuali incongruenze. Un algoritmo incrocerà i dati delle fatture, dei consumi e dei movimenti bancari, operazione possibile grazie ai nuovi strumenti di intelligenza artificiale, per rilevare stranezze nei conti dei clienti. In caso di incongruenze, queste verranno segnalate e potranno dar luogo ad accertamenti, da parte dell'Agenzia delle Entrate e della guardia di finanza. Una sorta di Grande Fratello, che controllerà tutte le operazioni dei cittadini.
Per far quadrare il bilancio, invece, lo Stato ha deciso di ricorrere a una sorta di prestito a interessi zero, imposto alle banche. Si tratta, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, di un intervento sui crediti di imposta degli istituti: le banche, infatti, potrebbero far valere i crediti di imposta legati agli sgravi fiscali per i prossimi 10 anni.
Ma, la Legge di bilancio stabilisce che 1,6 miliardi di quei crediti non possono essere richiesti nel 2020. Per il prossimo anno, quindi, gli istituti dovranno procurarsi quella somma da un'altra parte. I crediti alle banche derivano da vecchi prestiti mai restituiti dallo Stato.
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