Economia

Manovra, Tesoro: "Maggior gettito dalle banche". Ma la Cgia: "Poi si rifaranno sulle famiglie"

Il Tesoro: "Per le famiglie un miliardo di tasse in meno". E assicura: "Dalle banche il maggior gettito". La Cgia smaschera il trucco: "Le tasse andranno comunque a pesare sui cittadini"

Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni
Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni

Non c'è niente da fare, alla fine a pagare saranno sempre i cittadini. Mentre il centrodestra cerca di stanare le nuove tasse nascoste nella legge di stabilità in modo da contenere il più possibile i danni, il Tesoro si lancia nella difesa del testo licenziato dal Consiglio dei ministri. All'indomani dell'allarmante studio della Cgia di Mestre, che paventava per il 2014 oltre un miliardo di tasse in più, i tecnici di via XX Settembre hanno subito provato a rassicurare i contribuenti garantendo che all’incremento di gettito prodotto dalla legge di Stabilità "contribuiscono prevalentemente misure che riguardano gli intermediari finanziari" per 2,6 miliardi. Insomma, stando a quanto ai numeri del Tesoro, le famiglie sono "al riparo da significativi incrementi di imposta", mentre "sono oggetto di sgravi fiscali". Peccato che aumentare le tasse alle banche si tradurrà, inevitabilmente, in un peso maggiore sulle famiglie italiane.

"Anche se si aumentano le tasse solo alle banche, sempre tasse sono e gli effetti negativi sui correntisti rischiano di essere molto pesanti". Il presidente della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi non ha alcun dubbio. Dal momento che le tasse si possono traslare, nel caso della legge di Stabilità la recrudescenza della pressione ficale percuoterà sì le banche, ma inciderà anche sui portafogli dei cittadini. "Il governo, insieme alla Commissione Bilancio del Senato, è impegnato a migliorare il ddl Stabilità. I loquaci esponenti del Pdl dovrebbero evitare polemiche strumentali", aveva polemizzato ieri sera il viceministro all’Economia Stefano Fassina assicurando che la manovra non avrebbe colpito i contribuenti, ma gli istituti bancari. Una rassicurazione che il Tesoro ha voluto rimarcare per smontare i numeri drammatici prubblicati dagli artigiani di Mestre che hanno calcolato 1,1 miliardi di tasse in più da pagare nel corso del 2014. Per la prima volta negli ultimi anni, spiegano dal dicastero guidato da Fabrizio Saccomanni, "la manovra riduce la pressione fiscale di un decimo di punto percentuale (da 44,3 a 44,2% del pil) segnando una inversione di tendenza". "Le famiglie - spiega il Tesoro - sono tenute al riparo da significativi, mentre sono oggetto di sgravi fiscali e di un intervento in favore dei comuni pari a un miliardo teso a ridurre l’impatto delle imposte sugli immobili". Insomma, stando ai dati del ministero di via XX Settembre, le famiglie dovrebbero beneficiare di una riduzione della pressione fiscale di circa un miliardo di euro. A contribuire "maggiormente" all’incremento del gettito fiscale prodotto dalla manovra sono appunto le banche. L'inghippo sta tutto qui. È vero che il governo non va a mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, ma picchiando duro sugli intermediari finanziari, questi si rifaranno inevitabilmente sui cittadini

Lo scorso gennaio l’authority dell’energia elettrica e del gas aveva redatto una relazione per il parlamento in seguito all’introduzione dell'addizionale Ires che nel 2008 interessò le aziende energetiche e petrolifere. Monitorando il comportamento delle 476 imprese interessate da questa nuova imposta, l’Autorità ha avuto modo di rilevare che ben 199 aziende avevano trasferito il maggiore onere tributario sui propri clienti, nonostante questa operazione fosse vietata dalla legge. Da qui la preoccupazione (legittima) legata alla manovra che il parlamento sta per votare.

Secondo Bortolussi, infatti, il nuovo peso fiscale che graverà l’anno prossimo sulle banche è una tassa una tantum che almeno in parte verrà traslata sui clienti, incentiverà la riduzione del credito erogato alle imprese e metterà in difficoltà i piccoli istituti di credito che in questo momento si trovano in grave difficoltà.

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