Diretta Fiat per oltre 17mila persone collegate da 90 sedi nel mondo, comprese quelle di Fiat Industrial e il quartier generale di Chrysler, ad Auburn Hills. Dal Lingotto, dove erano riuniti 6mila dirigenti, Sergio Marchionne e il presidente John Elkann si sono rivolti in teleconferenza ai dipendenti del gruppo. Dopo i vertici con il governo e l'intervento all'Unione industriale di Torino, Marchionne ha voluto spiegare alla forza lavoro le strategie che potrebbero rilanciare la produzione di auto in Italia e ha indicato ai governi di Roma e Bruxelles quali interventi intraprendere. La situazione del mercato europeo, in proposito, sembra destinata a complicarsi. Proprio ieri, infatti, mentre Marchionne parlava a Torino, è arrivata la notizia dell'intenzione della Ford di tagliare centinaia di posti nel Vecchio continente, soprattutto in Germania e Regno Unito. Tagli che si aggiungerebbero agli 8mila, già stabiliti dal gruppo francese Psa Peugeot Citroën, e ad altri possibili.
La crisi morde, dunque, e Marchionne avverte che «bisogna pensare al settore dell'auto in Italia con una logica diversa, orientandolo e attrezzandolo perché diventi un importante centro di produzione per le esportazioni fuori dall'Europa, soprattutto verso gli Usa». Quindi, l'invito alle istituzioni a facilitare l'accesso al credito (Bce) e garantire condizioni di equità per tutti i produttori (Ue), allo scopo di proteggere il comparto senza svenderlo ai concorrenti giapponesi o sudcoreani. Marchione si è detto fiducioso di aver fatto passare questi messaggi.
Parlando del suo pendolarismo fra Torino e Detroit, l'ad ha voluto rassicurare, chi lo ascoltava, sul suo impegno a favore della Fiat, «della quale non ho mai smesso di occuparmi». «Non ho alcuna intenzione di abbandonarvi - ha aggiunto -: era necessario che andassi spesso a Detroit per rimettere in moto la Chrysler e farlo in tempi record, perché Fiat e Chrysler dovevano iniziare a camminare insieme senza barriere geografiche né culturali».
Elkann, una volta ricordato che per il 2102 «le previsioni indicano risultati in crescita che in aggregato rappresenteranno il dato più alto raggiunto da Fiat», si è soffermato sugli attacchi subiti nelle ultime settimane. «Abbiamo sentito - ha affermato commentatori, analisti ed esperti di settori che non conoscono e non dicono la verità. E così vale per politici in cerca di facili bersagli, persone che parlano, parlano. È il momento - ha proseguito nell'introdurrre il discorso di Marchionne - di dire in modo chiaro e tondo come stanno le cose».
In serata, intanto, una ridotta delegazione sindacale (assenti i leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti) ha incontrato i ministri Elsa Fornero, apparsa indispettita per le defezioni, e Corrado Passera. «Marchionne - avrebbe spiegato il minitro del Lavoro - ci ha riferito di una grossa preoccupazione sulla sovraccapacità produttiva per cui servirebbe, e Monti si sta muovendo in tal senso, una politica industriale europea che gestisca il problema». I sindacati presenti hanno sollecitato il governo a dare delucidazioni sul problema degli ammortizzatori sociali destinati agli ex lavoratori Fiat di Termini Imerese e della Irisbus di Avellino. Senza interventi repentini rischiano, infatti, di rimanere scoperti nel 2013.
Per gli ex Irisbus è stato subito convocato un tavolo il 9 ottobre. Il ministro Fornero, invece, riferiscono i sindacati, «sta scrivendo» il decreto per 55mila esodati, inclusi gli ex Fiat e Irisbus di Termini Imerese e Avellino.
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