Mediaset esclude il trust di Vivendi dall'assemblea

Vivendi detiene il 28,8% del capitale, ma ha dovuto cedere il 19,19% al trust Simon Fiduciaria, che non ha diritto di voto

Mediaset esclude il trust di Vivendi dall'assemblea

Il consiglio di amministrazione di Mediaset si è opposto alla richiesta di Simon Fiduciaria di partecipare alla votazione, nel corso dell'assemblea che si riunisce oggi, per approvare il bilancio del 2017 e nominare i membri del nuovo consiglio.

Alla riunione, che si tiene nella sede di Cologno Monzese, presieduta da Fedele Confalonieri, partecipano Finivest, la holding della famiglia Berlusconi, che detiene il 40,28% del capitale e la Vivendi, col 28,8%. Dato che la Vivendi, società francese, controlla anche Telecom Italia, detiene il diritto di voto a Mediaset solamente per il 9,61%, mentre ha dovuto cedere a un trust, Simon Fiduciaria, il 19,19% della sua quota, cui è stato inibito il diritto di voto.

Simon aveva chiesto di poter partecipare ai lavori dell'assemblea dei soci e di assumere diritto di voto, ma il condiglio di amministrazione della Mediaset si è opposto alla richiesta. Il colosso di Cologno Monzese ha spiegato la decisione, sostenendo che il mandato conferito alla fiduciaria da Vivendi prevede l'esercizio del diritto di voto, per conto della società francese. Simon potrebbe partecipare all'assemblea se Vivendi la facesse rientrare nel 9,61% che ha la possibilità di votare. Inoltre, il consiglio, dopo aver ascoltato il parere dei legali, ha concluso che il colosso francese ha "acquistato, e detiene, la partecipazione in Mediaset in violazione del contratto siglato l'8 aprile 2016 per la cessione di Premium e degli impegni di stand still".

A seguito della decisione di Mediaset, Vivendi ha deciso di non presentarsi in assemblea con il 9,61% del capitale che detiene direttamente.

L'assemblea degli azionisti ha approvato il bilancio, con un ricavo di oltre 3,6 miliardi e un ritorno all'utile di 90,5 milioni di euro, consegnando l'immagine di "un gruppo forte e sano", che ha "tenuto fede agli impegni, difeso l'azienda e il suo valore da una concorrenza molto dura, da operazioni ostili, in un contesto generale di contrazione delle risorse". Il bilancio è positivo anche dal punto di vista degli ascolti: la trasmissione dei Mondiali di calcio"sono il primo evento la cui raccolta pubblicitaria supera il costo netto di acquisizioni dei diritti", un'evento mai accaduto nella storia della televisione, per un evento sportivo, secondo quanto ha riferito Confalonieri.

Il presidente di Mediaset parla anche del fallimento dell'accordo con Vivendi per la cessione di Mediaset Premium, sottolineando la prontezza della reazione del gruppo di Cologno Monzese, che ha siglato accordi con Sky e Tim, allarando la copertura dei propri canali.

Inoltre, nel suo discorso agli azionisti, il presidente Fedele Confalonieri ha sostenuto di essere pronto a creare un broadcaster paneuropeo, l'unico scenario possibile, "se pensiamo alle nostre dimensioni in Italia, alla nostra capacita di fare editoria oltre confine, la Spagna, alla nostra bravura nel confezionare contenuti".

Infine, l'assemblea ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione da 15 membri, che rimarrà in attività per i prossimi tre anni, riconfermando Fedele Confalonieri alla carica di presidente.

Sulla vicenda Vivendi si è espresso anche il vicepresidente e amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi che, al termine dell'assemblea, ha sottolineato l'esclusione della società francese dal progetto paneuropeo, di cui Mediaset sarebbe la "locomotiva trainante". Vivendi"sarebbe coinvolto in quanto socio, ma non a livello industriale".

E alla domanda che chiede se la società francese sia considerata partner di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi risponde con un chiaro "no", a dimostrione della posizione decisa presa dll'azienda di Cologno Monzese, che sta procedendo per vie legali nei confronti dei colosso della comunicazione d'oltralpe.

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