Mediobanca, anche Ferrero vende. Patto di consultazione ridotto al 7,4%

Dopo Gavio, Lucchini, Unipol via il gruppo della Nutella

Mediobanca, anche Ferrero vende. Patto di consultazione ridotto al 7,4%
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Prosegue la fuga dal patto Mediobanca che si restringe al 7,41% del capitale. Le grandi firme della tradizione industriale italiana, soci storici dell'istituto, abbandonano il salotto milanese approfittando delle plusvalenze cumulate grazie alla corsa del titolo in Borsa effetto-scalata. Dopo le vendite dei gruppi Gavio e Lucchini, ha ceduto azioni anche la famiglia Ferrero (in foto, Giovanni Ferrero). Un avviso datato 23 agosto dà conto della cessione da parte dei Gavio dello 0,26% e della discesa allo 0,14% suddiviso fra la finanziaria Aurelia e Beniamino Gavio. La Sinpar del gruppo Lucchini ha venduto da parte sua lo 0,12% e resta nel patto con lo 0,32%. E' emerso poi che Sereco, società appunto del gruppo produttore della Nutella, ha ceduto lo 0,31% riducendo allo 0,41% la propria partecipazione. L'accordo parasociale, che a giugno raggruppava ancora l'11,8%, si era già snellito al 7,8% alla fine dello stesso mese per l'uscita di Mediolanum. Il gruppo della famiglia Doris con un collocamento accelerato ha infatti ceduto il suo 3,5% ed evitato, come ha spiegato il ceo Massimo Doris, di essere "tirato per la giacchetta": da una parte aveva Banca Mps, che conta fra i suoi soci il Tesoro, dall'altra la Mediobanca guidata da Alberto Nagel impegnato nella difesa dalla scalata senese, poi fallita, con l'offerta su Banca Generali. La sensazione da fine impero è stata catturata anche da una diapositiva emersa negli ultimi giorni: uno dei più solidi sostenitori di Nagel, il gruppo Unipol, ha venduto da qualche settimana la sua quota del 2% e dunque non ha votato all'assemblea di giovedì sull'offerta per Banca Generali. Fino al 16 giugno, quando doveva tenersi l'assemblea poi rinviata al 25 settembre e infine anticipata a ieri, il gruppo guidato da Carlo Cimbri era pronto a votare la proposta di Nagel. Nel frattempo, si avvicina il termine dell'Ops del Monte dei Paschi fissato per l'8 settembre. Non è sicuro che arrivi un rilancio sul prezzo anche se il mercato ci scommette, convinto che il Monte non si accontenterà di superare la soglia del 35% che ha già in tasca. Per avere l'effettiva proprietà delle azioni Mediobanca bisognerà aspettarne la consegna, prevista per il 15 settembre. Quanto alla futura governance di Piazzetta Cuccia dopo la conquista senese, o l'attuale cda farà un passo indietro oppure il nuovo azionista ne chiederà la revoca.

Il cambio potrebbe verificarsi in concomitanza con la scadenza del prossimo 28 ottobre, quando la banca milanese si presenterà agli azionisti per chiedere il via libera al bilancio. Al più tardi, il nuovo board si insedierà perciò a novembre.

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