
Comunque vada a finire, l'indietro tutta di Alberto Nagel alla vigilia dell'assemblea che doveva decidere sull'operazione Banca Generali ha fatto tanto rumore. Forse anche per questo il numero uno di Mediobanca, insieme al direttore generale Francesco Saverio Vinci, ieri mattina ha inviato una lettera per rassicurare i dipendenti di avere ancora la situazione sotto controllo. Anche se il rinvio del voto dal 16 giugno al 25 settembre per alcuni potrebbe essere una pietra tombale sul progetto, a maggior ragione se Mps dovesse avere successo nella sua offerta su Mediobanca che dovrebbe partire all'inizio di luglio. Tra le righe della lettera, Nagel scrive che «solo lo scorso giovedì 12 giugno, Generali ha divulgato un comunicato stampa in cui ha segnalato di aver avviato un processo di analisi della proposta avanzata da Mediobanca e delle sue implicazioni commerciali, economiche e di valore. Questo nuovo elemento impone di tenere conto delle disponibilità e delle tempistiche di Generali». Un appiglio strategico per giustificare l'apertura ai soci «titolari di investimenti sia in Mediobanca sia in Generali» (ovvero Delfin, Caltagirone e i Benetton, ndr) che «hanno sottolineato l'importanza di conoscere le valutazione e l'orientamento di Generali per poter esprimere un voto informato» in assemblea.
Nonostante questo intoppo, facendo riferimento a un presunto «ampio supporto del mercato», il consiglio di amministrazione di Mediobanca «nel riaffermare il forte razionale industriale e finanziario dell'Offerta» ha confermato l'obiettivo «di arrivare sul mercato con l'offerta entro ottobre». La speranza di Nagel, probabilmente, è che ci siano ulteriori sviluppi dalle indagini della Procura di Milano sul collocamento del 15% di Mps da parte del Tesoro, ma anche fosse è una scommessa rischiosa perché non si vede per il momento in quale modo questa potrebbe riflettersi su un'offerta già votata dall'assemblea dei soci di Rocca Salimbeni. Ma in ambienti finanziari è diffusa anche la teoria secondo la quale il navigato banchiere possa avere in serbo qualche altra zampata. Certo è che Nagel sta continuando a lavorare in ottica matrimonio. Secondo quanto riporta Lettera 43, una truppa di otto gestori di Teramo guidata dal manager Leonardo De Gregoriis in questi giorni è passato da Banca Generali a Mediobanca Premier portando con sé masse di clienti per 250 milioni di euro. Chi dà ancora credito a Piazzetta Cuccia sono gli analisti di Equita, molto sensibili alle posizioni di Mediobanca fin dall'inizio, i quali ribadiscono che l'offerta di Mediobanca per Banca Generali «resta valida nei suoi termini, con conclusione confermata tra settembre/ottobre 2025», «di conseguenza il progetto prosegue con piena continuità».
Sta di fatto che il titolo di Piazzetta Cuccia non sembra avere fatto una piega rispetto alla notizia chiudendo la giornata di ieri con un +1,1% a 19,4 euro per azione quando ci sarebbe aspettato un calo. Ad alimentare la tenuta del titolo hanno contribuito, nell'ambito del programma di acquisto di azioni proprie avviato il 12 novembre 2024, gli acquisti nella giornata di ieri di 432.
000 azioni, al prezzo medio di 19,45 euro (quindi a un prezzo più alto di quanto valorizzato dal mercato), per un controvalore complessivo pari a 8.400.783 euro. La vera risposta del mercato, in ogni caso, si vedrà nei prossimi giorni e settimane.