Economia

Mediolanum punta sull'Irlanda. Aperta la nuova sede a Dublino

Massimo Doris: «Siamo già il terzo gruppo del risparmio gestito»

Mediolanum punta sull'Irlanda. Aperta la nuova sede a Dublino

Dublino Mediolanum punta a crescere in Irlanda dove vuole assumere venti «talenti» negli investimenti entro i prossimi dodici mesi, aumentando del 20% la forza lavoro presente a Dublino che passerebbe così da 120 a 140 dipendenti.

Lo ha annunciato ieri a Dublino Furio Pietribiasi, managing director di Mediolanum International Funds Limited (Mifl), nel corso della inaugurazione della nuova sede del gruppo nell'Exchange Building avvenuta alla presenza di Michael D'Arcy, ministro delle Finanze irlandese. Il quartier generale di Dublino, dove Mediolanum è presente dal 1997, è responsabile della progettazione, sviluppo, gestione e distribuzione dei fondi venduti a 1,5 milioni di clienti in Italia, Germania e Spagna. Nella capitale irlandese hanno sede 430 società finanziarie che dall'Isola Smeraldo amministrano, complessivamente 4.200 miliardi e danno lavoro a 44mila persone. «Con i nostri 42 miliardi di patrimonio in gestione e i 120 dipendenti siamo il terzo gruppo nell'asset management presente in Irlanda. E puntiamo a crescere ancora», ha detto l'ad Massimo Doris in un collegamento video. «Il trend di espansione proseguirà anche nei prossimi anni, auspicabilmente con almeno lo stesso ritmo di crescita, a supporto della nostra strategia che punta a integrare le attività di multi-manager e di sub-advisory con una maggiore attenzione alle competenze nella selezione diretta dei titoli», aggiunge Pietribiasi.

Al momento la squadra di 40 persone che gestisce il team di investimento locale seleziona direttamente i titoli per il 10-15% del patrimonio in gestione. «Noi vogliamo raddoppiare questa percentuale, portandola al 30-40%, entro il 2025 in modo da abbattere i costi e liberare risorse», spiega Pietribiasi dicendosi interessato a sviluppare partnership commerciali con operatori e «società boutique nel gestito» nel Regno Unito e negli Usa, «una sorta di frequentazione che potrebbe potare nel lungo termine, all'acquisizione di partecipazioni nelle stesse società».

Quanto ai mercati Brian O' Reilly, a capo della strategia di Mediolanum International Funds, avverte: «Siamo arrivati al 120° mese di espansione economica, un record storico non esente da rischi». In pragica la situazione attuale dei mercati assomiglia a quella di fine Anni '90, prima dello scoppio della bolla web. Dazi, elezioni Usa, Brexit, tassi negativi, esplosione dell'high yield (l'obbligazionario giudicato «non investment grade», ovvero a rischio), attività manifatturiera in rallentamento a livello globale e un azionariato Usa ormai caro (l'S&P 500 tratta quasi 18 volte gli utili), costituiscono elementi di rischio per la tenuta dei listino.

«Per questo risulta cruciale nei prossimi mesi l'attività delle banche centrali a sostengo dell'economia», conclude O' Reilly che ha ridotto il beta (il rischio) nei portafogli in gestione.

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