Camilla Conti
Il sindaco Beppe Sala brinda ai servizi pubblici che nel quinquennio 2013-2017 hanno fatto diventare il Comune di Milano l'azionista più ricco d'Italia. Il portafoglio - che comprende Atm (bus, tram e metropolitana), Amsa (rifiuti) più le quote negli aeroporti della Sea (Linate e Malpensa) e Orio al Serio (Bergamo) - vale un miliardo e mezzo di euro in termini di patrimonio netto pro quota. Seguono nella classifica Torino e Bologna, rispettivamente con 755,2 milioni e 690,6 milioni.
Il podio emerge da un'indagine realizzata dall'Area Studi Mediobanca sui bilanci di 40 società che gestiscono quattro tipologie di servizi (idrico, igiene urbana, trasporto pubblico locale e aeroportuale) nei dieci capoluoghi di regione più popolosi d'Italia. In tutto il valore del portafoglio di queste città è pari a 3,5 miliardi.
In generale, ammontano ad un totale di 2,8 miliardi i dividendi distribuiti dalle 40 società in cinque anni. Il primato va alle società di gestione aeroportuale con 1,3 miliardi assegnati ai Comuni azionisti e un pay-out cumulato dell'84,2%. Molto basso, invece, il contributo offerto agli azionisti dalle aziende di trasporto pubblico locale (con solo 14 milioni) che però possono vantare nel 2017 il maggiore fatturato (3,1 miliardi). Le società di Roma (con un miliardo) e Bologna (700 milioni) sono quelle che hanno distribuito più dividendi nei cinque anni considerati mentre le società palermitane hanno invece lasciato a secco di cedole il Comune.
Le aziende aeroportuali si piazzano in testa alla classifica per i maggiori utili nel quinquennio (1,6 miliardi) e le società idriche per i più alti investimenti (2,7 miliardi in cinque anni). Nel 2017 è la modenese Hera la società col fatturato più alto (1,2 miliardi), seguita da Aeroporti di Roma e Atm. Bisogna scorrere la classifica fino al settimo posto, occupato da Acquedotto Pugliese, per trovare una società che non operi a Bologna, Roma o Milano. In termini di utili cumulati tra il 2013 e il 2017. Tra le prime 10 società non c'è nessuna società dei trasporti pubblici (la prima è Atm, in dodicesima posizione con un utile cumulato di 73 milioni). Chiude la classifica Atac, con un passivo di 770 milioni. L'azienda romana è invece quella con più dipendenti (11.411) seguita dalla milanese Atm (9.798). Sul fronte del governo societario, è ancora bassa la presenza femminile (30,6%) e dei cosiddetti millennials: nei cda solo il 5,9% è nato tra il 1981 e il 1995.
L'indagine dell'Area Studi di Piazzetta Cuccia mostra, infine, un dato preoccupante che riguarda i rapporti con la Pubblica Amministrazione nel 2017: le società prese in esame hanno infatti accumulato debiti per
16,7 miliardi, di cui 1,9 miliardi verso le Pa (pari all'11% del totale). Tra il 2013 e il 2017 le società di trasporto pubblico locali dei 10 maggiori comuni italiani hanno assorbito risorse pubbliche per 10,2 miliardi.
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