Il semestre del Monte dei Paschi si chiude in utile per 193,6 milioni rispetto al rosso di 353 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso. Anche il secondo trimestre 2015 conferma il ritorno alla redditività, con un risultato netto di 121 milioni. Un contributo ai risultati è arrivato dai 120,1 milioni incassati con la cessione del 10,3% di Anima a Poste Italiane.
Con questa dote l'istituto senese continua la sua ricerca (imposta dalla Bce) di un partner, presumibilmente straniero: «Il cda ha approvato le pietre miliari del processo di aggregazione, quando ci saranno novità informeremo il mercato», ha detto l'ad Fabrizio Viola sottolineando però che non c'è una data di scadenza per le eventuali nozze.
Ma torniamo ai conti. Per quanto riguarda gli indici di tenuta patrimoniale, il Cet1 Ratio Transitional risulta all'11,3% e il Cet1 Ratio fully loaded al 10,7%, sopra quindi il livello richiesto dall'esercizio degli «Srep» della Bce pari al 10,2 per cento. Sul fronte della qualità del portafoglio, il valore nominale dei titoli di Stato italiani è pari a circa 19,7 miliardi (21 miliardi a fine 2014). L'esposizione interbancaria è calata del 54,7% a 10,5 miliardi dopo l'integrale rimborso dei finanziamenti Ltro alla Bce. «Non ci affidiamo più agli aiuti di Stato», ha aggiunto Viola.
Nel semestre restano alcune ombre: gli impieghi sono infatti scesi di 15 miliardi su base annua a circa 117 miliardi. Giù anche la raccolta diretta a circa 126 miliardi (-3,5%) mentre quella indiretta è cresciuta dell'1% a 108 miliardi. A giugno il Monte ha inoltre completato la cessione di 1,3 miliardi di sofferenze lorde e un ulteriore miliardo sarà venduto nel corso dell'anno. L'esposizione netta in termini di crediti non performanti (Npl) è intanto aumentata del 2,4% a 24 miliardi. Nel semestre, l'Autorità di Vigilanza ha però condotto una verifica sulle esposizioni del gruppo relative ai portafogli Residential Real Estate, Istituzionali, Project Finance e Shipping, pari complessivamente al 23% dei crediti verso la clientela. Al management è stata illustrata solo una stima preliminare degli impatti. «La comunicazione dei risultati definitivi avverrà in un momento successivo», si legge nella nota della banca. Infine, il management ha indicato che l'attuale valore di mercato del derivato Alexandria, al centro di una vertenza con la banca controparte Nomura, «è di 750 milioni».
Ma «quando si arriverà alla chiusura, da Alexandria avremo un impatto positivo sul capitale della banca», ha detto Alessandro Profumo al termine dell'ultimo cda da lui presieduto. L'assemblea per la nomina del suo successore Massimo Tononi è stata convocata per il 15 settembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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