Economia

Mps precipita in Borsa. La Bce: "Rischi sul piano"

La Consob dà l'ok: l'operazione parte lunedì. Ma i 2,5 miliardi potrebbero non bastare

Mps precipita in Borsa. La Bce: "Rischi sul piano"

Mps vale meno di cento milioni di euro, una cifra che fa impressione se si pensa che solo cinque anni fa l'istituto è stato ricapitalizzato con oltre 8 miliardi di cui 5,4 dei contribuenti. Ieri il titolo ha visto un capitombolo da -42% e ora tratta a 9,90 euro per azione dopo aver ceduto giovedì il 33,1% in seguito alla pubblicazione dei dettagli sull'aumento di capitale. Senza il via libera da parte delle otto banche del consorzio (pagate con 125 milioni di commissioni) l'iniezione da 2,5 miliardi di capitali non sarebbe arrivata e con lei anche l'applicazione del piano al 2026.

L'ultimo passaggio formale della maratona dell'ad, Luigi Lovaglio, è arrivato nel pomeriggio di ieri, con l'approvazione di Consob al prospetto dell'operazione che vedrà ufficialmente il via lunedì. Nel dare l'ok, l'Authority ha sottolineato che l'aumento «presenta caratteristiche di forte diluizione» con il rischio che si presenti «una forte volatilità del prezzo delle azioni». La Consob ha quindi sottolineato che, per prevenire tale rischio, l'aumento sarà gestito «secondo il modello rolling», che consente a partire dal terzo giorno la consegna anticipata delle azioni di nuova emissione su cui sono stati esercitati i diritti. Borsa Italiana ha comunicato che lunedì le azioni ricominceranno a trattare con un prezzo di riferimento di 2,063 euro, per effetto dello scorporo del diritto di opzione, che verrà negoziato separatamente. Il prezzo di partenza del diritto è fissato in 7,837 euro.

Quanto ai movimenti di Borsa, l'aumento molto diluitivo, di 374 azioni ogni tre possedute, può aver spinto molti a vendere prima dell'operazione. Inoltre, sono da considerare eventuali movimenti speculativi con scommesse al ribasso, tipici degli aumenti di capitale. «L'aumento è blindato e non c'è pericolo che non venga coperto», osserva Antonio Tognoli, responsabile delle macro analisi di Cfo Sim, «però quella cifra potrebbe non bastare per recuperare la redditività, considerando che una fetta consistente andrà a finanziare il piano di uscite. Si va peraltro verso uno scenario difficile, in cui è probabile che aumenteranno gli npl, per cui il mercato percepisce incertezza».

La Bce, nella bozza sulla decisione sullo Srep 2022, riferisce che anche a operazione fatta Mps avrebbe un gap di capitale rispetto ai concorrenti italiani ed esteri, cosa che sarebbe «un possibile ostacolo a future operazioni di fusione con un partner industriale». Infatti, con un Tier 1 ratio del 14,2% a fine 2024, come da piano, Mps si posizionerebbe 70 punti base sotto il livello medio delle banche significative europee e 150 punti base sotto l'attuale media delle banche significative italiane. L'aumento era vitale «per la continuità aziendale» e il recupero della redditività, sottolinea la vigilanza, deriverà dalla capacità del management di «realizzare nei tempi dovuti gli obiettivi del piano» su cui comunque pesano le incognite macro: dallo spread Btp-Bund, alla volatilità del mercato, fino all'inflazione che potrebbe inghiottirsi i 40 milioni di risparmi per la chiusura da filiali oltre alla bomba contenziosi.

Ieri, infine, il cda di Anima ha approvato l'investimento da 25 milioni di euro nell'aumento di capitale di Mps.

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