Mv Agusta-Mercedes sono alla resa dei conti

La casa italiana è sempre più in affanno, Stoccarda vuole tutto o potrebbe uscire

Pierluigi BonoraMv Agusta rischia sempre più di andare fuori giri. L'80% dei 100 operai si trova in cassa integrazione. E la stessa misura, seppur con modalità più leggere, riguarda anche gli impiegati. La produzione di moto è ai minimi e in vista della scadenza della cassa, il prossimo 2 aprile, i sindacati hanno chiesto un incontro con Giovanni Castiglioni, numero uno di Mv Agusta, figlio di Claudio, scomparso nel 2011, che rilevò la Casa motociclistica entrata nella storia per i trionfi di Giacomo Agostini.Il faccia a faccia dovrebbe tenersi il 21 marzo. Castiglioni dovrà spiegare ai propri dipendenti come intende agire per superare il momento di forte difficoltà. Una soluzione ci sarebbe, quella di cedere l'azienda al socio di minoranza Daimler-Mercedes, nel cui portafoglio c'è il 25% di Mv Agusta. I legali di Castiglioni si sono incontrati alcuni giorni fa, a Stoccarda, con i tedeschi. L'offerta del gruppo automobilistico per prendersi tutta l'azienda di Schiranna sarebbe intorno a 10 milioni. L'altra opzione è quella del concordato con la conseguente ristrutturazione del debito. Le parti, comunque, sarebbero ancora molto distanti da un'intesa. E se Castiglioni dovesse decidere di vendere, di sicuro chiederebbe molto di più rispetto all'assegno che i tedeschi, al momento, sarebbero pronti a staccare.Sulle rive del lago di Varese, intanto, la preoccupazione tra i lavoratori aumenta. «Un braccio di ferro non farebbe bene a nessuno - commenta un sindacalista -; vero è, comunque, che un socio del calibro di Daimler-Mercedes, forte e capace di dare garanzie per il futuro, davanti a un'operazione di rientro dal debito impiegherebbe molto meno tempo. I dipendenti non si sono schierati per l'una o per l'altra parte: hanno sempre considerato credibile la famiglia Castiglioni. Ora, però, chiedono garanzie sulla solidità dell'azienda. La produzione è quasi ferma».Un messaggio, alla recente conferenza sui conti 2015 del gruppo, il presidente di Daimler, Dieter Zetsche, lo aveva lanciato: «Auguro tutto il successo a Mv Agusta, siamo aperti, ma è compito dei principali azionisti accompagnare la società verso uno sviluppo positivo». Ai tedeschi sta a cuore il destino di Mv Agusta e, da quanto si è capito, sarebbero pronti ad agire nell'interesse del marchio e della sua salvaguardia. Cosa vuol dire? Che, una volta presa la maggioranza, manterrebbero la produzione a Schiranna, di fatto seguendo l'esempio dei rivali di Audi che si sono accaparrati Ducati e continuano a sviluppare l'impianto di Borgo Panigale, alle porte di Bologna. I sindacati, in proposito, chiedono precise assicurazioni, per non trovarsi, un domani, di fronte a un secondo caso Husqvarna, la cui produzione è stata trasferita da Biandronno, sempre nel Varesotto, in Austria, per decisione del nuovo proprietario Stefan Pierer, patron di Ktm. Daimler, alla fine, e se non si troverà d'accordo con le scelte di Castiglioni, potrebbe anche decidere di mettere a disposizione di un nuovo investitore, magari asiatico, la quota del 25% (in passato, prima dell'arrivo di Mercedes, un pensiero lo aveva fatto anche Fiat).

Il presidente di Mv Agusta, che ha lasciato ai suoi legali il compito di sondare Stoccarda, si nega intanto ai media («è impegnatissimo e non ha tempo di rilasciare interviste», comunicano dall'azienda). Intanto il 2 aprile si avvicina.

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