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"Nel futuro delle reti tlc c'è l'internet dell'energia"

Il manager: "In 5-7 anni boom di micro produttori. Lo sviluppo della banda larga è la chiave per gestirli"

"Nel futuro delle reti tlc c'è l'internet dell'energia"

«Dal futuro della rete tlc dipende quello dell'energia». Nel mezzo della transizione energetica e dei cambiamenti che il conflitto russo-ucraino ha imposto al sistema nel suo complesso, Francesco Caio - top manager già al vertice di gruppi come Omnitel, Poste, Saipem, esperto di innovazione e tecnologia - lancia un monito: la partita sul futuro della rete è legata a doppio filo all'indipendenza energetica dell'Italia nel medio lungo periodo.

Energia e telecomunicazioni, qual è il fil rouge?

«Il legame parte da lontano con la trasformazione strutturale del sistema. Dobbiamo considerare che non sta solo cambiando il mix di energie, ma è in atto una profonda trasformazione della struttura dell'ecosistema energetico che va ora progettato e gestito. Con le rinnovabili siamo passati dall'avere solo fonti stabili e programmabili a gestire fonti variabili che producono energia quando ci sono sole e vento; e da una produzione concentrata a una produzione distribuita, con una distinzione meno netta tra chi produce e chi consuma energia. Questo implica che per assicurare in ogni istante l'equilibrio tra domanda e produzione un numero crescente di impianti di generazione e stoccaggio andranno interconnessi con reti energetiche che devono essere sempre più diffuse e intelligenti».

Qual è l'opportunità di questa alleanza?

«Nessuna fonte energetica ce la può fare da sola a sopperire ai nostri bisogni; la rete intelligente diventa così una sorta di direttore d'orchestra che tiene insieme le varie voci (fonti) e le coordina. Ci saranno nel tempo milioni di impianti sulla rete da mettere a sistema, molti organizzati e gestiti dalle numerose comunità energetiche che si formeranno: il Politecnico di Milano ne stima 100mila a 5-7 anni ognuna con una disponibilità media di 150 kilowatt di autoproduzione».

Quali sono i passi da fare, dunque?

«Creare una rete energetica digitale e intelligente grazie allo sviluppo veloce ed efficace della banda larga; snellire e adeguare la normativa e le procedure per i nuovi impianti; fare formazione permanente sul digitale e studiare e implementare le tecnologie per l'accumulo dell'energia, batterie in primis».

Tutta la filiera energetica dipende quindi da un sistema connesso?

«Le reti, gli stoccaggi e i sistemi di accumulo con un 5G efficace potranno beneficiare di una sorta di termometro permanente di dati che in ogni istante potrà dirci dove c'è energia, dove manca, dove ci sono dei problemi. La consapevolezza sui consumi sarà crescente e il sistema energetico più trasparente e meno lontano dall'uomo della strada che sarà anche attore stesso di questo cambiamento».

Esiste un problema di protezione dei dati?

«Certamente e anche su questo fronte torna il binomio tra energia e tlc. Nel tempo dovremo dare vita, come accadde nel sistema delle tlc con l'avvento dell'Internet protocol, a regole e protocolli di interconnessione e di sicurezza digitali ma dedicati al mondo energy. L'energia del futuro sarà digitale e dovrà avere per questo una serie di standard definiti a livello europeo da poter condividere anche con i nuovi partner energetici con i quali stiamo stringendo alleanze fuori dai confini nazionali».

Molto lavoro da fare, e sul fronte della rete tlc cosa si augura che avvenga?

«Senza entrare nel merito del dossier auspico per il futuro del sistema energetico del Paese - che vuol dire anche smart city, auto elettrica, Internet of things - una soluzione rapida e con una chiarezza di indirizzo e di gestione.

È essenziale per cogliere i vantaggi della nuova energia: costi più bassi, meno emissioni, più indipendenza».

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