Economia

Nella corsa all'elettrico la Cina va verso l'Egitto

Contatti avviati con Dongfeng, ma i costi sono alti. Per Pechino sarebbe un ponte per l'Europa

Nella corsa all'elettrico la Cina va verso l'Egitto

La corsa alla mobilità elettrica coinvolge anche il Nord Africa, in particolare l'Egitto, che pure ha messo a punto un piano per ridurre le emissioni climalteranti e inquinanti e, al tempo stesso, investire sulle energie rinnovabili.

Ma per trovare una soluzione ai propri problemi ambientali, soprattutto quelli che derivano dal traffico, Il Cairo ha pensato di rivolgersi alla Cina. E così è partita la caccia al partner allo scopo di avviare la produzione di auto elettriche a prezzi accessibili.

Secondo Bloomberg, le autorità egiziane sono attualmente in contatto con tre società cinesi per siglare un accordo di partnership con la El Nasr Automotive Manufacturing Co., società di proprietà statale, per definire un progetto del valore di 127 milioni di dollari a partire dal 2023, con l'intento di produrre almeno 20mila unità annue. Una lettera d'intenti era stata siglata mesi fa con il big cinese Dongfeng Motor Co. che produce 3,5 milioni di auto elettriche l'anno. È lo stesso gruppo ancora azionista di Stellantis con il 4,5%, quota che dovrà cedere comunque entro il 2022.

Tra Il Cairo e Dongfeng, però, il dialogo è entrato in stand-by a causa delle difficoltà, da parte del ministero dei Lavori pubblici egiziano, «di raggiungere un accordo per ridurre sufficientemente i prezzi delle parti importate necessarie per fabbricare l'auto e consentire alla Al Nasr Automotive Manufacturing Company di produrre veicoli a un prezzo competitivo e attraente per i consumatori».

Resta da vedere quale sarà la prossima mossa di Pechino per raggiungere un'intesa con il governo egiziano. Un eventuale «sacrificio» porterebbe infatti la Cina a posizionarsi in un'area strategica dal punto di vista geopolitico. A quel punto, osserva Andrea Taschini, manager automotive e senior advisor - forte della sponsorizzazione e dello sdoganamento dell'auto elettrica da parte della Commissione Ue, la Cina si avvicinerebbe sempre più minacciosamente ai nostri mercati, anche attraverso Stati chiave come l'Egitto. Non solo il Paese nordafricano è un'area con un rilevante potenziale di crescita in termini di parco circolante automobilistico, ma è soprattutto uno snodo fondamentale della geopolitica mondiale. L'Egitto, per via del Canale di Suez, è infatti la reale porta d'accesso per Pechino al Mediterraneo e ai mercati del Vecchio continente, ed è da considerarsi il vero asset strategico di tutta la Via della seta».

I piani egiziani puntano a realizzare 3mila stazioni di ricarica elettrica in tre governatorati e la costituzione di una nuova società per la loro gestione in partnership.

Nonostante sia il Paese più popoloso del mondo arabo, con oltre 100 milioni di abitanti, in Egitto ci sono attualmente solo 350 automobili elettriche circolanti.

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