Netflix si avvicina ai 100 milioni di abbonati, di cui un milione circa in Italia, almeno secondo le stime di mercato, ma la trimestrale lascia l'amaro in bocca e le indicazioni sul prossimo futuro deludono le attese. Il colosso della pay tv via web, nonostante la produzione di serie blockbuster e di film selezionati dal prossimo Festival di Cannes sta rallentando il ritmo di espansione.
A fine marzo Netflix ha raggiunto 98,75 milioni di abbonati nei 190 Paesi in cui è presente (più della metà degli utenti ha comunque sede negli Usa), in crescita dagli 81,5 milioni di un anno fa, ma leggermente meno rispetto al consenso. Tra gennaio e marzo i nuovi abbonati sono stati 4,95 milioni (di cui 1,42 americani) meno dei 5,2 previsti e dei 7 milioni registrati nel quarto trimestre del 2016. Reed Hastings, numero uno del gruppo, ha rassicurato il mercato sostenendo che il gigante dello streaming raggiungerà il traguardo dei 100 milioni di abbonati entro la settimana, ma ha anche sottolineato che il successo dell'attività deve essere misurato in termini di fatturato e margini e non solo con la crescita del numero degli abbonati.
Nei primi tre mesi Netflix ha registrato 178,2 milioni di utile (dai 27,7 milioni dello stesso periodo del 2016) e un margine operativo lordo di 317 milioni (107 milioni) su un fatturato di 2,64 miliardi (+35%) di cui 1,47 miliardi generati negli Usa. Tra gennaio e marzo la redditività è stata superiore alle previsioni grazie allo slittamento della produzione della quinta stagione di House of Cards al secondo trimestre che, di conseguenza, sarà penalizzato dai maggiori costi relativi alla serie icona del gruppo. Per il trimestre in corso le indicazioni societarie prevedono il raggiungimento di 101,95 milioni di abbonati, un giro d'affari di 2,75 miliardi e un utile netto di 66 milioni, inferiore alle stime di mercato. E proprio il mancato decollo della redditività di Netflix, schiacciata tra offerte a saldo e crescenti investimenti (sei i miliardi per il 2017), è uno dei maggiori punti interrogativi. D'altro canto la concorrenza è sempre più aggressiva e annovera ora anche Amazon che ha pagato 50 milioni per le partite della National Football League e sta investendo in serie tv.
Hastings tuttavia ha liquidato con una battuta chi, tra gli analisti, gli chiedeva se avesse timore del gruppo di Jezz Bezos: «Il mercato è enorme: Netflix e Amazon sono due gocce nel mare. Non solo le nostre serie creano dipendenza, la sola cosa che temono è il sonno».
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