Pierluigi Bonora
A sorpresa è Nissan, che si è assicurata il controllo di Mitsubishi per 1,9 miliardi di euro, ad aprire il valzer dei consolidamenti nel panorama automobilistico. Carlos Ghosn, promotore e timoniere dell'Alleanza Nissan Renault, precede dunque il collega Sergio Marchionne, ad di Fca, che per primo ha evidenziato la necessità di matrimoni tra costruttori allo scopo di affrontare con più serenità il futuro. E così, mentre Marchionne si è visto più volte sbattere la porta in faccia da Gm («il partner migliore», insiste l'ad) a un'ipotesi di fusione, e non trovando per ora altri gruppi disposti a trattare seriamente il problema, Ghosn ha approfittato del momento di debolezza di Mitsubishi per colpire nel segno. Determinante per il blitz di Nissan, infatti, è stato il crollo del 40% del valore di mercato dei titoli Mitsubishi nelle ultime 3 settimane, a causa dello scandalo dei test sulle emissioni truccate.
L'operazione consentirà alla Casa guidata dal manager nato in Brasile, di famiglia libanese e laureatosi a Parigi (e indirettamente all'Alleanza) di aumentare il proprio peso sul mercato del Sudest asiatico, in particolare la Thailandia, dove Mitsubishi è presente con i modelli di minicar, e che offre maggiori prospettive di crescita rispetto al mercato domestico. I due gruppi hanno vendite combinate a livello globale per 9,59 milioni veicoli. E l'Alleanza, con Mitsubishi, potrà rafforzare il quarto posto, nella classifica mondiale, dietro a Toyota, Volkswagen e General Motors. A metà maggio, Mitsubishi aveva ammesso di aver manipolato i test sui consumi energetici di 4 modelli di minicar, 2 dei quali prodotti per la stessa Nissan, e riconosciuto di aver contraffatto altre rilevazioni sin dal 1991. La vicenda ha avuto come conseguenza il dimezzamento delle vendite dei modelli di minicar, per entrambe le società, in aprile.
Nissan punta ora a restituire maggiore credibilità al gruppo tramite l'approvazione di riforme e la nomina di un nuovo presidente. Di riflesso, l'Alleanza «allargata» amplierà il proprio ventaglio di offerta, potendo annoverare insieme alle due Case principali, Dacia e Samsung, anche la gamma Mitsubishi. Per Ghosn, «l'operazione rappresenta una situazione win-win per entrambi». E nel presentare l'accordo, il manager ha sottolineato l'esempio virtuoso dell'unione, in corso da 17 anni, tra Nissan e Renault.
Resta da vedere se questa operazione sarà capace di dare lo scossone decisivo, più volte auspicato da Marchionne (terzo, secondo Time, tra i manager più influenti del settore, dietro Elon Musk, di Tesla, e Barack Obama, che nel 2008 salvò dal crack l'industria dell'auto).
Anche Fca ha rapporti di collaborazione con Mitsubishi, dalla cui fabbrica thailandese esce il pick-up Fiat Fullback. Nel 1999, alla vigilia delle nozze con General Motors, Fiat e Mitsubishi avrebbero dovuto produrre un Suv, ipotesi poi abbandonata a causa dell'accordo di Torino con Detroit.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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