Non si cambiano le regole a partita in corsoil commento 2

di Antonio Salvi*

Che barba, che noia, che barba! Telecom in mani straniere? Mamma mia, che paura! Abbassiamo subito la soglia dell'Opa e facciamo in modo che questi cattivi spagnoli possano pagare lo stesso prezzo pagato ai principali soci Telco anche per gli azionisti di minoranza di Telecom. E se non basta la soglia del 30%, abbassiamola al 20% così da costringere gli hidalgo a sganciare un bel po' di quattrini in più. Perché 20%? Guarda caso una quota appena inferiore a quella (22,5%) detenuta da Telco nella controllata Telecom. Roba da non credersi, siamo davvero il paese di Pulcinella. Perché? Qualche considerazione ispirata dal buon senso dovrebbe aiutarmi a spiegare.
Primo: è normale che un Paese valuti l'idea di cambiare in corsa le regole del gioco se una partita si mette male? Direi che è piuttosto incivile, ed è inaccettabile che un acquirente straniero (e non) imposti una strategia di acquisto in base a determinate regole che poi gli vengono cambiate in corso d'opera. Pertanto, se Telefonica aveva di fronte a sé la regola del 30% di possesso azionario, 30% ha da continuare a essere. Punto.
Secondo: sembra che il neo don Chisciotte dell'italianità perduta e dell'orgoglio ritrovato, il sottosegretario Giorgietti, stia lavorando a introdurre un'ipotesi di soglia inferiore al 30%, sulla scorta di quanto accade in Spagna. Peccato che si ometta di dire che praticamente in tutti gli altri Paesi vale questa soglia.
Terzo: abbassare la soglia dell'Opa vuol dire rendere più onerose le acquisizioni aziendali, quando uno dei problemi del nostro assetto industriale è proprio la scarsa mobilità del controllo. Un esempio: sapete quante sono state le Opa nel primo semestre di quest'anno nel nostro Paese? Tre! Invece di contrastare questa immobilità, il governo cosa fa? Pensa di ridurre la possibilità che in futuro avvengano riallocazioni del capitale tra le nostre società quotate. E riduce anche la possibilità che ad acquisire il controllo possano in futuro essere investitori italiani.
Quarto: Telecom è un'azienda che, da tempo, è messa male. Roba da stendere tappeti rossi a chi volesse comprarla. E noi invece facciamo il contrario. Cose da matti. L'isteria collettiva su Telecom puzza molto di bruciato. C'è un problema di italianità? In che senso, che delle corposissime perdite dovremmo farcene carico noi italiani? No, grazie, già abbiamo dato.

C'è un problema di sicurezza? Peccato scoprirlo troppo tardi. C'è un problema relativo alla rete? Speriamo che gli spagnoli se ne facciano carico e accendiamo un cero di ringraziamento.
*Preside Facoltà di Economia
Università Lum «Jean Monnet»

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