Ok della Ue al prestito ponte. L'Ilva riparte da 320 milioni

La "comfort letter" di Bruxelles valuta positivamente l'operazione che non sarà considerata aiuto di Stato

Ok della Ue al prestito ponte. L'Ilva riparte da 320 milioni
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I 320 milioni per l'ex Ilva in amministrazione straordinaria non saranno considerati aiuti di Stato. Dopo mesi di attesa, nuove risorse fresche arrivano nelle casse vuote dell'acciaieria.

La Commissione europea ha dato l'ok al prestito milionario con una comfort letter che «esprime una valutazione positiva sui termini del prestito, che prevede un tasso di interesse annuo dell'11,6%», recita una nota del ministero delle Imprese e del Made in Italy secondo cui il via libera «attesta la validità del piano industriale elaborato dalla gestione commissariale e la capacità dell'azienda di restituire la somma in tempi congrui e senza configurarsi come aiuto di Stato».

Il semaforo verde arriva a poche ore dall'approvazione del decreto Agricoltura che riguarda le imprese di interesse strategico nazionale, tra le quali rientra l'azienda siderurgica, e che aumenta le risorse da trasferire ad Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria fino a un massimo di 150 milioni di euro.

E se sul fronte finanziario l'azienda può (per ora) tirare un sospiro di sollievo, Fim, Fiom e Uilm incalzano il governo su ritardi e criticità sollecitando la convocazione urgente di un tavolo di confronto a Palazzo Chigi. Lo stabilimento marcia da tempo a regime ridotto con diversi impianti fermi e l'azienda ha chiesto la cassa integrazione per 5.200 dipendenti, di cui 4.400 a Taranto (oltre il 50% della forza lavoro pugliese).

Il nuovo piano industriale messo in piedi dai commissari prevede una produzione di 6 milioni di tonnellate entro il 2026 e la sostituzione di due altiforni con forni elettrici. Ma questa trasformazione deve passare da fondi miliardari e da un potenziale investitore che possa entrare nel capitale sociale dell'azienda. I pretendenti non mancano e il ministro delle Imprese Adolfo Urso sta tessendo le fila degli incontri chiave che porteranno alla scelta di un nuovo cavaliere bianco. Alle due imprese indiane, Vulcan Green Steel e Steel Mont, e all'ucraino-olandese Metinvest, di recente si è aggiunta un'altra pretendente, l'azienda canadese Stelco che ha impianti ad Hamilton e sul lago Erie.

Sul fronte giudiziario ha fatto rumore, nei giorni scorsi, l'inchiesta della procura di Taranto, che già indagava sui livelli di benzene, sulla presunta falsificazione di dati relativi alle emissioni di Co2 da parte della vecchia gestione di Acciaierie. Tra i dieci indagati per l'ipotesi di truffa compare l'ex ad Lucia Morselli.

Intanto, il commissario di Acciaierie, Giancarlo Quaranta, è stato convocato per lunedì dalla commissione Ambiente della Regione Puglia: si discuterà della valutazione di impatto sanitario (Vis) presentata da Acciaierie d'Italia nell'ambito della procedura Aia (autorizzazione di impatto ambientale) e della recente sentenza della Corte di Giustizia Ue che fissa dei principi in difesa della salute e dell'ambiente.

In sintesi viene stabilito che «se l'esercizio dell'acciaieria ex Ilva» di Taranto presenta «pericoli gravi e rilevanti per l'ambiente e per la salute umana», dovrà essere «sospeso». La valutazione spetta al Tribunale di Milano a cui hanno presentato un'azione inibitoria 11 cittadini.

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