Se non fosse ben chiaro, Etihad ieri ha spiegato che «l'accordo con Alitalia rappresenta l'ultimo passo di un percorso che può portare alla finalizzazione dell'operazione». Quel «può portare» contiene ancora sfumature dubitative. Abu Dhabi sottolinea infatti che pendono alcuni passaggi - condizioni, approvazioni e autorizzazioni - che occuperanno i prossimi mesi. La nuova compagnia potrà ragionevolmente decollare con il 2015. Le questioni sindacali e finanziarie devono essere ancora chiuse e resta da vedere se ci saranno sorprese dall'Unione europea.
L'operazione societaria rispetta la regola che la maggioranza del capitale resta in mani continentali, niente da dire; ma Etihad acquisterà, oltre al 49% della compagnia, anche due asset importanti: il 75% del programma Mille Miglia per 112,5 milioni e, per altri 60, cinque coppie di slot a Londra Heathrow di proprietà di Alitalia, che poi saranno retrocessi in affitto alla compagnia italiana. Nell'investimento a valle della società Alitalia, l'Ue potrebbe individuare un modo escogitato dagli arabi per pesare di più senza superare il 49%. Il numero uno di Air France-Klm, Alexandre de Juniac, ieri non ha escluso che Parigi possa aumentare nuovamente la sua quota in Alitalia. La quota del 7% detenuto dal gruppo franco-olandese, ha spiegato, «sarà probabilmente diluita» in occasione dell'aumento di capitale che permetterà a Etihad di acquistare una partecipazione del 49% in Alitalia. Ma, aggiunge, il gruppo potrebbe scegliere «di risalire; valuteremo».
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