"La revisione della spesa è e resta al centro della strategia del governo, è indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di crescita e della sostenibilità della finanza pubblica". Nell'informativa urgente davanti alla Camera, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan conferma le strategie tracciate dal premier Matteo Renzi e insiste a calcare il percorso già intrapreso dal governo. Le parole del capo del Tesoro, all'indomani dei drammatici dati sulla non-crescita, risuonano come un campanello d'allarme. Perché quanto fatto sinora non ha funzionato. E i dati pubblicati dall'Istat sono peggio di quanto i tecnici di via XX Settembre pensassero.
L'Italia torna nella morsa della recessione. O meglio: non ne è mai uscita. Il verdetto dell’Istat sull’andamento del pil nel secondo trimestre ha parlato chiaro: il prodotto non solo non cresce, ma cala ancora, dello 0,2%. Due trimestri consecutivi con il segno meno. Di nuovo "recessione tecnica", la terza dall’inizio della grande crisi del 2008. E adesso serve "coraggio" per guardare in faccia la realtà senza "difese d’ufficio" e "invertire la rotta", perché l’Italia, ha assicurato ieri lo stesso Renzi, ha tutte le carte per uscire dalla crisi, "ma deve cambiare". E andare avanti a testa bassa sulle riforme, cui va dato nuovo sprint. Perché, se Renzi vuole davvero tagliare le tasse, servono misure strutturali. "Un taglio del cuneo fiscale, per produrre effetti significativi sulle decisioni di spesa delle famiglie e di investimenti delle imprese deve essere credibile e permanente - spiega Padoan - e necessita quindi di essere finanziato a regime con misure di carattere strutturale". Misure che il ministro intende inserie nella prossima legge di Stabilità tenendo però "conto del contesto, europeo e non solo italiano, di crescita e di inflazione contenute e inferiori alle attese".
Nell'informativa urgente alla Camera Padoan ha invitato il parlamento a non "prendere in considerazione un quadro macroeconomico di pochi trimestri per valutare l’efficacia e l’impatto delle azioni di governo". Al Tesoro sono, infatti, certi che a partire dal prossimo anno si inizierà a beneficiare di "una ripresa più decisa e sostenuta". Ed è proprio in questo contesto di medio periodo che il ministro dell'Economia pone la politica economica dell'esecutivo. "Un approccio basato sulla revisione della spesa è parte integrante di una strategia basata su due pilastri - spiega - riforme strutturali volte a rimuovere ostacoli alla crescita che si sono accumulati in molti anni e politiche di stimolo agli investimenti, pubblici ma sopratutto privati, con misure già prese nel decreto Competitività e con altre che saranno prese a cominciare dal decreto Sblocca Italia". L'orizzonte, quindi, sono i fatidici "mille giorni" chiesti da Renzi per fare le riforme. Entro il 15 gennaio, però, il governo deve trovare come rinnovare le agevolazioni e le detrazioni fiscali in misura tale da garantire un miglioramento dei conti pubblici per 3 miliardi nel 2015, 7 miliardi nel 2016 e 10 miliardi nel 2017.
Tale previsione non sarà applicata qualora entro il primo gennaio 2015 siano approvati provvedimenti che assicurino in tutto o in parte, maggiori entrate o risparmi di spesa da conseguire mediante interventi di razionalizzazione e di revisione della spesa pubblica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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