Economia

"Pandemia e guerra: così cambia la casa"

Il dg di Intesa Sanpaolo Casa: "Offerta sempre più rara. E ora il mercato frena"

"Pandemia e guerra: così cambia la casa"

Intesa Sanpaolo è la banca che più ha spinto sulla diversificazione immobiliare, mettendo in piedi una vera e propria società di intermediazione. Dal gennaio 2020 la guida il direttore generale Daniele Pastore. Appena seduto è scoppiata la pandemia: come avete reagito?

«L'obiettivo era quello di rinforzare la struttura manageriale. Con il Covid abbiamo accelerato i piani. Intesa Sanpaolo Casa partiva con 180 agenti in 20 piazze, con obiettivi di qualità. Vale a dire offrire assistenza, consulenza e intermediazione immobiliare perché pensiamo che non ci sia una senza le altre. E nel corso del 2020 abbiamo razionalizzato e tenuto il presidio di 14 agenzie in otto città: Torino, Milano, Brescia Padova, Bologna, Firenze, Roma e Genova. In questo modo, con un'agenzia e le sue partnership, presidiamo 500 comuni in tutte le regioni d'Italia. E così siamo ripartiti nel 2021».

Cosa intende quando parla di obiettivi di qualità?

«Che i nostri colleghi non sono e non saranno mai solo venditori, ma svolgono un'attività complessa di due diligence. Crediamo nei valori e nelle competenze che si sviluppano tipicamente in banca e le vogliamo traslare nel settore immobiliare».

L'agenzia si rivolge in prima battuta alla clientela di Intesa?

«No. Essere clienti è invariante. E le due attività sono rigorosamente separate, anche per vincoli regolatori. Non può esserci un'attività proattiva sui clienti della banca, nemmeno sui mutui».

Che tipo di agenzia siete? In cosa siete particolarmente bravi?

«La nostra specializzazione è l'usato residenziale, che è l'80% della nostra attività, con alcune scelte forti. E i nostri agenti seguono il cliente dall'interesse iniziale fino alla conclusione della compravendita».

Come è cambiato il mercato dopo lo scoppio della pandemia?

«Il 2021 è stato un anno record, con una crescita esponenziale. Ma sono cambiate le modalità di ricerca e il prodotto: l'offerta residenziale è in contrazione, chi cerca trova poco».

E cosa si cerca?

«Spazi esterni, classi energetiche elevate, una stanza in più, e le province crescono più delle città».

E con la guerra?

«La guerra ha rallentato la voglia del cambiamento e l'andamento dei mercati finanziari ha influito. Il risultato è una frenata: per il 2022 si aspettavano 750mila transazioni, ora le previsioni sono più basse del 7-8%».

Dica dei bonus. Sono un volano per il mercato?

«Un bonus non può che essere visto come positivo. La spinta ai singoli proprietari e ai condomini per rendere il patrimonio immobiliare più efficiente è un grande valore».

Dica dell'inflazione. Torna l'interesse per il valore reale degli immobili?

«Guardi, in Italia ci sono grandi differenze di vivibilità e sostenibilità. La casa mantiene il suo valore in funzione della località. E comunque il valore è sempre relativo, nella prima casa per esempio conta poco. Quello che conta è l'utilizzo che si intende fare». Qual è il vostro giro d'affari?

Qual è il vostro fatturato?

«Abbiamo chiuso il 2021 con oltre 6 milioni di ricavi gestionali. Mentre il trend delle transazioni in questa prima parte del 2022 è in crescita del 50%.

Con una media dei tempi di vendita di 112 giorni contro i 164 di quella nazionale».

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