Guerra in Ucraina

La "nera profezia" sulle nostre tasche: cosa ci aspetta...

È quanto sostenuto dall’economista Francesco Manfredi che evidenzia come se la guerra non si concluderà a breve e non ci saranno interventi concreti la recessione diventerà concretezza

La "nera profezia" sulle nostre tasche: cosa ci aspetta...

A un passo dalla recessione. É la profezia del professore Francesco Manfredi, ordinario di Economia Aziendale dell’Università Lum di Bari e direttore della Lum School Management. L’economista, in un’intervista rilasciata al quotidiano economico “Italia Oggi”, sostiene che se la guerra non si concluderà a breve e se non ci saranno rapidi interventi per il nostro Paese si prevede un periodo molto difficile.

Il tempo di tolleranza del sistema economico nazionale, secondo l’esperto, corrisponde a soli due mesi. “Se non cambieranno significativamente le condizioni attuali – rivela il docente – le attività inizieranno a bloccarsi. Per alcune decine di migliaia di imprese sarà una chiusura definitiva”. A suo parere, i 5 miliardi, promessi alle aziende del nostro tessuto produttivo non sono altro che una goccia nel mare.

Per Manfredi lo stesso Pnrr è a rischio. Ecco perché egli, esorta, sin da subito, la politica a rinegoziare con l’Unione Europea. Secondo l’economista soltanto con una deroga di almeno tre anni è possibile portare a casa qualche risultato. Nella situazione attuale non solo pesa il conflitto in Ucraina, ma il significativo aumento sia del costo dell’energia, che porta un aggravio alle aziende di circa 70 miliardi l’anno, sia delle materie prime.

A questi problemi, poi, si aggiunge, secondo l’esperto, il fabbisogno di nuovi dipendenti pubblici, la normativa sugli appalti che deve essere snellita, le difficoltà nel reperire i professionisti della sanità, nonché i rallentamenti nel formare appunto quel capitale umano a cui affidare la progettazione e la mancanza di strumenti davvero utili a sopperire alle istanze adesso cambiate delle famiglie.

Tommaso Nannicini, senatore del Pd e professore ordinario alla Bocconi, sulle colonne di MoltoEconomia, quindi, esorta subito a rivedere il sistema dei salari. A suo parere, è indispensabile concentrarsi sui redditi medio bassi. Come ribadito anche da Manfredi, per l’esponente dem non si possono ignorare le ragioni delle imprese, a cui bisogna dare la possibilità di ridistribuire utili.

Una lezione, come riportato in un articolo del Manifesto, potrebbe essere quella degli anni 70. Gli interventi allora adottati per far fronte al primo shock petrolifero si distinsero per tempestività e organicità.

Oggi, invece, la necessità di evitare a tutti i costi uno spostamento di bilancio determina un andare avanti a spezzoni, che a lungo termine potrebbe rendere concretezza quanto profetizzato dall’economista della Lum, considerando che allo stato il debito è giù al 147%, l’inflazione è al 5,8%, mentre la crescita tendenziale continua a rallentare.

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