Economia

Pensioni, uscita 10 anni prima: ecco le categorie interessate

Dall'Ape sociale all'Ape volontaria, passando per "Rita": ecco tutti i modi per andare prima in pensione

Pensioni, uscita 10 anni prima:  ecco le categorie interessate

Mentre la situazione politica va evolvendosi, i partiti e le coalizioni che aspirano al governo dell'Italia devono fare i conti con le promesse elettorali. Le più importanti riguardano le pensioni, vera spina nel fianco nel sistema Paese. Sia il centrodestra che il M5S hanno assicurato un intervento sulla legge Fornero in modo da anticipare l'addio al lavoro per gli italiani.

Nel frattempo, come fa notare il Messaggero, sono entrate in vigore le misure prese dai governi precedenti. Leggi che, in alcuni casi, permettono ai lavoratori di andare in pensione anche dieci anni prima del dovuto. Ecco come.

L'Ape sociale

In questo caso lo Stato paga una indennità a chi, raggiunta l'età di almeno 63 anni e 30 anni di contributi (oppure 36 anni di contributi), rientra nelle 4 categorie cui è dedicata la norma. Oltre agli invalidi al 74% con 30 anni di contributi, ai disoccupati senza indennità di disoccupazione da 3 mesi (e che abbiano 30 anni di contributi) e a chi assiste dei familiari a carico con disabilità grave da almeno 6 mesi (devono sempre avere 30 anni di contributi), l'Ape sociale è rivolto anche ai lavoratori che svolgano i cosiddetti "lavori usuranti". Lo Stato ne ha indicati 14 e raccolgono gli impieghi particolarmente gravosi per il fisico del lavoratore.

L'Ape volontaria

Con l'Ape volontaria si può andare in pensione con 3 anni e 7 mesi di anticipo. Il lavoratore che decide di aderire appende gli attrezzi da lavoro al chiodo a 63 anni (invece di 66 e 7 mesi). In che modo? Chiede un prestito al sistema bancario che poi restituirà a rate in 20 anni.

In pensione con "Rita"

Con "Rita" (Rendita integrativa temporanea anticipata ), invece, chi ha una previdenza complementare può usarla per anticipare la pensione anche a 56 anni e 7 mesi, ovvero 10 anni prima di quanto imponga la legge. In questo caso è la previdenza sociale a fare da scivolo, visto che l'assegno integrativo si trasforma nel reddito che occorre per arrivare a 67 anni e 7 mesi e accedere così anche alla pensione per età. La possibilità, però, è aperta solo a quelle persone che avrebbero serie difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro, come - ad esempio - i disoccupati. "Può essere ottenuta - spiega Il Messaggero - dagli iscritti ai Fondi a cui mancano fino a 5 anni alla pensione, che hanno cessato l' attività lavorativa, hanno versato contributi per 20 anni nella gestione obbligatoria e sono inseriti nella previdenza complementare da almeno 5.

Chi dopo aver cessato il lavoro è rimasto inoccupato per 24 mesi può chiedere la Rita con un anticipo fino a 10 anni rispetto al momento della pensione, anche con meno di 20 anni di contributi obbligatori".

Commenti