Si apre il cantiere per la presidenza del Monte dei Paschi dopo le dimissioni - annunciate ma non ancora consumate (se ne andrà, ha detto, dopo l'assemblea dei soci di novembre) - di Massimo Tononi. E nella rosa dei papabili spunta anche il numero uno del fondo Atlante, Alessandro Penati.
Alcuni soci del Monte, tra cui anche il ministero del Tesoro (azionista con il 4%), starebbero infatti sondando la disponibilità dell'economista. In alternativa, gli altri due nomi sul tavolo sono quelli di Lorenzo Bini Smaghi (ex componente del board della Bce e oggi presidente di Société Générale oltrechè di Italgas e ChiantiBanca) e di Lucrezia Reichlin, economista eletta nel cda di Unicredit nella lista dei fondi su cui nel maggio scorso si era scommesso per la presidenza del gruppo di Piazza Gae Aulenti.
Al netto del nome dei candidati, gli scenari possibili secondo quanto risulta al Giornale sono due: la scelta di un nuovo presidente a novembre avendo già chiaro il quadro dei sottoscrittori dell'aumento di capitale e in modo da proporlo subito al voto dell'assemblea dei soci che dovrà ratificare anche il maxi riassetto, oppure nominarlo dopo la ricapitalizzazione con la nuova compagine azionaria. In questo caso a Tononi potrebbe essere chiesto di rimanere fino alla conclusione dell'aumento.
Nel frattempo, l'ipotesi di «Penati presidente» avrebbe già ricevuto il placet dei vertici della Bce che insieme al Fondo Monetario Internazionale si sono ormai convinti come la cessione delle sofferenze - missione affidata proprio ad Atlante - sia una condizione imprescindibile per stabilizzare il sistema bancario italiano. Lo scorso venerdì anche l'ad di Intesa Sanpaolo (che in questo momento non è solo la banca più solida del Paese ma anche uno dei più corposi contribuenti del fondo) ha sottolineato: «La vendita delle sofferenze ragionevolmente dovrebbe avvenire senza problemi, il fondo Atlante ci sta lavorando. Una volta ripulita Mps avrà la possibilità e la capacità di accedere al mercato per raccogliere capitale».
Alcuni soci si sarebbero quindi chiesti: perchè non mettere proprio Penati al vertice del Monte anche come garante del maxi riassetto in vista del tanto atteso nuovo socio di riferimento? L'economista - spalleggiato dal patron delle Fondazioni, nonchè azionista di Intesa, Giuseppe Guzzetti - vuole chiudere la partita sulle popolari venete salvate nei mesi scorsi in modo da disimpegnare Atlante su quel fronte e concentrarsi sulla «pulizia» di Rocca Salimbeni. Tanto che un'altra indiscrezione raccolta ieri dal Giornale riguarda anche l'ipotesi di una partecipazione del fondo anche all'aumento di capitale fino a 5 miliardi che verrà varato entro l'anno.
Il piano di Mps «non sarà una passeggiata. E' giustamente ambizioso, lo sappiamo tutti ma è la strada segnata da percorrere», ha detto ieri il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, anche se Siena resta fuori dalla giurisdizione di via Nazionale da quando è partita la vigilanza unica europea basata a Francoforte.
Nel frattempo, l'altra big del sistema che chiederà nei prossimi mesi una mano al mercato varando un altro aumento di capitale
miliardario - ovvero Unicredit - riunirà il cda giovedì 13 ottobre per fare il punto sullo stato d'avanzamento della revisione strategica cui stanno lavorando l'amministratore delegato, Jean Pierre Mustier, e la sua squadra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.