
Il prezzo del greggio Wti ha aperto stamani al di sotto dei 43 dollari al barile. I futures sul greggio in consegna a settembre sono scesi di 80 centesimi a 42,44 dollari. Dall'agosto 2014 all'agosto 2015 il prezzo si è più che dimezzato (l'anno scorso era sopra i 100 dollari. Siamo ai minimi livelli di prezzo da sei anni a questa parte. In pratica oggi un barile costa quanto costava nel gennaio 2009. Qualcuno potrebbe pensare che il prezzo della benzina sia tornato ai quei livelli. Invece manco per idea: le associazioni dei consumatori sottolineano come, malgrado il prezzo del petrolio sia in caduta, "gli automobilisti continuano a pagare la benzina a prezzi ancora troppo elevati". In base ai calcoli dell’Osservatorio di Federconsumatori c’è "un ricarico non giustificato di circa 9 centesimi in più per ogni litro di benzina, con un costo per gli automobilisti di circa 108 euro/annui per costi diretti e di 87 euro per costi indiretti (maggiori costi di trasporto delle merci)".
E un altro dato salta subito all'occhio: se il prezzo medio di lunedi 17 agosto era pari a 1,563 euro a litro, il prezzo più basso degli ultimi giorni di gennaio 2009 era a 1,136 euro per litro. Una differenza di ben 42,7 centesimi. Un confronto esatto lo si può fare tenendo conto della differente tassazione (Iva e accise). Facendo i calcoli la differenza oggi è pari a 17 centesimi a litro, pari al 44% in più rispetto al prezzo del petrolio Wti.
L'Unione petrolifera si difende dalle accuse sottolineando che "il prezzo della benzina rispetto a un anno fa è attualmente inferiore di 18,5 centesimi di euro
al litro, quello del gasolio di 22,6". E aggiunge che "il prezzo industriale della benzina (al netto delle tasse) risulta inferiore a quello rilevato negli altri Paesi europei". Insomma, non possiamo (neanche) lamentarci.