Sarà una primavera lacrime e sangue per i pensionati. Il governo infatti si prepara a tagliare gli assegni e a mettere in moto la macchina delle sforbiciate messa sul campo nella manovra varata dai gialloverdi. Di fatto il primo taglio, quello che rigurada il nuovo blocco sulle rivalutazioni degli assegni scatterà nel prossimo mese di aprile. Un taglio che potrebbe far risparmiare circa 2,2 miliardi di euro. Una mossa che ha suscitato non poche polemiche e che di fatto ha scatenato le proteste dei pensionati.
Ma il secondo taglio è quello più pesante: la sforbiciata delle pensioni d'oro. È quello il banco di prova più pesante per l'esecutivo che dovrà scontrarsi con una fetta di pensionati che già dallo scorso autunno dichiara guerra all'esecutivo. Il mese in cui dovrebbero scattare i tagli, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore è quello di maggio. Un mese caldo che porta anche alle Elezioni Europee. Non è eslcuso che ci possa essere un ulteriore rinvio, ma con le esigenze di cassa che ha il governo difficilmente la sforbiciata potrà essere spostata in avanti. Inoltre c'è un altro dato spinoso e riguarda il conguaglio sui primi mesi dell'anno. Quando arriverà il taglio è altamente probabile che negli assegni mancheranno all'appello le quote sulle rivalutazioni di questi primi mesi dell'anno e anche quelle per le pensioni d'oro. Nei prossimi 5 anni di fatto i tagli saranno così predisposti: contributo del 15 per cento per la parte eccedente i 100.000 euro e fino a 130.000 euro, del 25 per cento per la parte eccedente 130.000 euro fino a 200.000 euro, del 30 per cento per la parte eccedente 200.000 euro fino a 350.000 euro, del 35 per cento per la parte eccedente 350.000 euro fino a 500.
000 euro e del 40 per cento per la parte eccedente 500.000 euro. Una sforbiciata quella in arrivo che molto probabilmente riaprirà il fronte con i pensionati che dovranno fare i conti con l'ennesimo prelievo sui loro assegni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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