Produzione ko, ma è boom per l'auto

Frenata in gennaio (-2,2% sul 2014). Promotor: «Doccia gelata sulla ripresa». L'Istat: «Colpa dei tanti ponti nel mese»

La produzione industriale torna in calo a gennaio e diminuisce dello 0,7% rispetto al mese precedente e del 2,2% sul primo mese del 2014. È quanto rileva l'Istat, registrando nuovi segni meno dopo il risultato positivo di dicembre. Tutti i comparti contribuiscono alla flessione tendenziale. A salvarsi, in questo scenario negativo, è la produzione di autoveicoli che, in gennaio, sale del 35,9% su base tendenziale (dato corretto) e del 30,4% (dato grezzo).

Si tratta, sottolinea l'Istat, del quarto rialzo a due cifre consecutivo per il settore (da ottobre 2014). A incidere favorevolmente sul dato è, in particolare, la realizzazione nello stabilimento di Melfi, dei due nuovi veicoli del gruppo Fca, Jeep Renegade e Fiat 500X, oltre al positivo sviluppo della gamma Ghibli alla Maserati di Grugliasco.

Lo scorso anno, in proposito, come ricorda l'Anfia (associazione che rappresenta la filiera italiana dell'automotive), sono uscite dalle linee della fabbrica piemontese 40mila autovetture (+108% sul 2013) con il marchio del Tridente, il 97% delle quali destinato ai mercati esteri. «E per il 2015 - sottolinea sempre l'Anfia - Fiat 500X e Jeep Renegade, modelli che saranno esportati in tutto il mondo, aumenteranno considerevolmente i volumi di produzione in Italia (a Melfi)».

Ancora l'Anfia evidenzia come l'indice della produzione, a gennaio, riguardante autovetture, carrozzerie, parti e accessori è 91,2, in crescita costante da luglio 2014 (era di 78,4 nel gennaio 2014). «È chiara - commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - la ripresa in atto dei mezzi di trasporto che, dopo aver fatto registrare un aumento tendenziale del 14,7% in dicembre, accelera in gennaio mettendo a segno +16,1% tendenziale. E molto importante nel comparto della costruzione dei mezzi di trasporto sono, ovviamente, i settori della produzione di auto, di furgoni e di camion, comparti che si confermano in ripresa anche grazie al lancio di importanti nuovi modelli».

Per il resto, Quagliano definisce una «doccia gelata sulle speranze di ripresa dell'economia italiana», il calo della produzione industriale in gennaio. «Questa nuova caduta - segnala il Csp - riporta l'indice verso la parte bassa del canale di stagnazione in cui sta oscillando dal novembre 2012».

Severo è anche il giudizio di Sergio De Nardis, capo economista di Nomisma, il quale rimarca come «l'industria italiana abbia iniziato il 2015 con il piede sbagliato».

Una spiegazione al dato negativo arriva intanto dall'Istat. Il direttore delle statistiche economiche congiunturali, Mauro Politi, precisa infatti che «il mese di gennaio di quest'anno è stato segnato da diversi ponti di ferie che hanno limitato l'apertura delle imprese. Molte aziende, infatti, hanno usufruito dei ponti per tenere chiusi gli impianti. Il dato della produzione industriale del -2,2% non tiene conto di questo aspetto, ma solo del calendario».

Sulla stessa linea

d'onda è la spiegazione che arriva dal Centro studi di Confindustria il quale, però, stima un incremento della produzione industriale dello 0,4% in febbraio su gennaio quando c'è stato un calo dello 0,7% rispetto a dicembre.

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