Rcs, Cairo va avanti senza rilanci

L'editore di La7 aspetta il confronto sul mercato tra la sua offerta e quella di Bonomi, più alta ma tutta in contanti

di Marcello Zacché

Urbano Cairo procede per la sua strada: nessun cambiamento all'offerta di scambio lanciata su Rcs, che prevede di dare 0,12 titoli di Cairo Communication ogni azione Rcs. Ai prezzi di ieri, con le azioni Cairo in rialzo dell'1,3% a 4,40 euro, l'Ops valuta le Rcs 0,53 euro. Mentre l'Opa lanciata da Andrea Bonomi, con Mediobanca, Pirelli, Unipol e Della Valle, prevede il pagamento di 0,70 euro per azione (e ieri le azioni Rcs sono andate sopra il prezzo dell'Opa, chiudendo a 0,715).

In un incontro tra gli advisor di Cairo, Intesa, Equita ed Erede Bonelli, si è esaminata la situazione senza però cambiare nulla. L'idea dell'editore milanese è che sia il mercato a decidere tra due offerte molto diverse: una più industriale, l'altra (almeno rispetto ai piccoli soci Rcs) più finanziaria.

Infatti non è solo una questione di prezzo, ma qualcosa di più complesso: chi aderisce all'Ops di Cairo non riceve soldi, ma il titolo di una società di cui diventa azionista. Un gruppo, quello di Cairo, che ha in pancia 105 milioni, attività editoriali valutate intorno ai 140 e la tv La7 che, ai multipli di mercato, può valere 250-300 milioni. Quindi la somma supera i 500 contro una capitalizzazione, a sconto, di circa 300. In questo contesto Rcs verrebbe poi gestita dallo stesso Cairo che di mestiere è già sia editore, sia pubblicitario, e dunque ritiene di avere i numeri per creare valore alla Rizzoli. Viceversa, l'offerta di Bonomi&C. offre ai soci di Rcs di finire lì la loro avventura, offrendo 70 centesimi per azione, senza proporre alcun progetto editoriale o finanziario futuro. Quindi la prima può interessare chi crede di investire nel progetto Cairo; la seconda chi preferisce prendere solo i soldi.

Per quanto riguarda la società, Rcs darà una prima valutazione venerdì, quando è stato convocato un cda. Che, in teoria, dovrebbe ritenere poco congrua anche l'offerta di Bonomi, così come ha definito quella di Cairo. Perché il prezzo di riferimento citato allora dal cda era di 0,81 euro per azione, comunque più alto del cash offerto da Bonomi.

A questo punto si avvicinano i tempi del confronto. Ma anche qui ci sarà una differenza: l'Ops di Cairo partirà per prima, si prevede la prima settimana di giugno. Con il vantaggio, quindi, di presentare agli investitori tutti i pregi dell'offerta. Mentre Bonomi non potrà farlo fino a quando non avrà ricevuto l'ok della Consob: a occhio, un mese dopo. Va comunque ricordato che la legge prevede, in caso di offerte concorrenti, la possibilità di recedere dalla prima eventuale adesione, per aderire alla seconda offerta.

Si apprende, infine, che Investindustrial (il private equity gestito da Bonomi) e i soci storici Rcs non hanno ancora costituito la newco che

concretamente lancerà l'Opa, ma l'intenzione secondo quanto emerso resta quella di procedere in tempi rapidi, anche con il deposito del prospetto sull'operazione, per il quale ci sono 20 giorni di tempo a partire da lunedì scorso.

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