Resta lo scudo anti-spread, vola il Btp

Resta lo scudo anti-spread, vola il Btp

C'è un giudice a Karlsruhe, ma la legittimità dello scudo anti-spread sarà decisa in Lussemburgo, dalla Corte di giustizia europea. Dopo un anno di consultazioni che, di mese in mese, hanno ritardato la sentenza prevista per lo scorso settembre, la Consulta tedesca ha stabilito ieri che il bazooka dell'Omt (Outright monetary transactions) messo sul tavolo nell'estate 2012 da Mario Draghi - e finora mai usato per acquistare i bond di Paesi in crisi - travalica il mandato della Bce. Ma, al tempo stesso, le toghe rosse hanno anche disposto di passare la patata bollente nelle mani dell'organo di giudizio comunitario.
Quello che a prima vista appare un atteggiamento pilatesco, in realtà può essere letto come il riconoscimento che l'onore e l'onere di una decisione così importante va affidato a un'autorità superiore. Con due potenziali rischi che i giudici avranno senz'altro messo in conto. Il primo: è vero che la Corte tedesca gode in Germania di un livello di fiducia pressochè illimitato e persino superiore a quello riservato alla Bundesbank, ma il rinvio alla Corte Ue potrebbe venire interpretato come una perdita della sovranità nazionale, tale da alimentare il già forte sentimento anti-comunitario. Ciò, tra l'altro, proprio a pochi mesi dall'appuntamento elettorale del 25 maggio.
Il secondo: la Corte Ue ha sempre appoggiato le istituzioni europee nella loro interpretazione delle leggi comunitarie. E quindi tutto lascia pensare che l'appoggio alla Bce, e quindi il via libera all'Omt, sia scontato. I mercati sono i primi a pensarla così. E non solo le Borse, ancora tutte in rialzo (+0,96% Milano). Lo spread Btp-Bund è infatti sceso a 203 punti base, con il rendimento del decennale in netto calo al 3,68%, ai minimi di quasi otto anni. Maria Cannata, direttore generale del debito pubblico del Tesoro, ha spiegato di considerare «positiva per l'Europa tutta» la decisione presa dai magistrati tedeschi, con particolare riferimento ai nostri bond. «Noi siamo importanti - ha aggiunto Cannata - . Dicono che non siamo core, ma invece lo siamo».
Una cosa è certa: la pronuncia del tribunale di Lussemburgo non arriverà in tempi rapidi. In media la Corte Ue impiega 15,7 mesi per chiudere un dossier. In mancanza di un pronunciamento, l'Eurotower avrebbe così le mani libere per contrastare un'eventuale emergenza. La banca centrale si è limitata ieri a ribadire che «il programma Omt ricade nell'ambito del suo mandato», dopo che giovedì Draghi aveva già provveduto a rincarare la dose sostenendo che un programma di quantitative easing, cioè di acquisto di titoli già in circolazione, non sarebbe incompatibile con lo scudo anti-spread. Resta però da vedere se e come il verdetto della Consulta tedesco sposterà i pesi all'interno dell'istituto di Francoforte tra falchi e colombe. L'apertura di Draghi all'uso di strumenti non convenzionali, magari già in marzo, dà comunque corpo all'ipotesi che la Bce abbia già preparato il terreno per un allentamento della politica monetaria.


Sotto un altro profilo, il fatto che sarà la Corte Ue a decidere la legittimità dell'Omt costituisce un'altra prova che sempre più spesso l'operato della banca centrale sarà sottoposto al giudizio europeo, come già accaduto con la messa in stato d'accusa della troika da parte dell'europarlamento.

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