Renzi non convince gli italiani. Le slide e le promesse non attecchiscono più sui contribuenti che bocciano il governo affermando che da quando c'è il nuovo esecutivo la pressione fiscale è aumentata senza freni. Secondo un sondaggio Ipsos la quota di coloro che preferirebbero pagare meno tasse anche a costo di pagare di più i principali servizi pubblici (50%) prevale su quella di coloro che preferirebbero avere servizi pubblici meno cari anche a costo di pagare più tasse (37%).
Non stupisce quindi che, a fronte di una sostanziale stabilità della pressione fiscale registrata dall’Istat nel 2014 (43,5% cioè 0,1% in più rispetto al 2013), quattro italiani su cinque ritengano che le tasse siano aumentate e solo il 18% che siano rimaste invariate. Uno su cento ritiene che siano diminuite. Una decina d’anni fa le due opinioni erano sostanzialmente equivalenti, a conferma del fatto che il fisco, dal conclamarsi della crisi economica in poi, rappresenta sempre di più un aspetto critico nella vita dei cittadini. La percezione di aumento delle tasse prevale tra tutti gli elettorati, in misura più accentuata tra quelli dei partiti dell’opposizione, in particolare i leghisti (97%). Il fisco locale è quello più temuto. Il governo di fatto ha promesso di non aumentare le tasse, lasciando però lo sporco lavoro agli enti locali. Mercoledì il governo incontrerà le dieci città metropolitane decise a scongiurare il peggio dopo la presentazione del Def. Nonostante i proclami il rischio è sempre quello: l'aumento delle tasse. Se la trattativa tra il governo e gli enti locali dovesse fallire si attendono aumenti di tasse dai 92 euro per controibuente a Roma ai 650 di Firenze. L'altra strada che sono pronti a percorrere i sindaci è quella dei tagli ai servizi. A questo quadro va aggiunta la crescente pressione fiscale sugli immobili e il debutto della Local Tax.
Come se non bastasse ci pensa anche Unimpresa a fare qualche conto, soprattutto sul futuro. Il verdetto dei calcoli non lascia scampo: nei prossimi cinque anni ci sarà una stangata fiscale da 100 miliardi di euro. Dal 2015 al 2019 le entrate tributarie dello Stato cresceranno costantemente e arriveranno fino agli 881 miliardi del 2019. Complessivamente nel prossimo quinquennio i contribuenti italiani dovranno versare nelle casse pubbliche 104,1 miliardi in più rispetto allo scorso anno (+13%). Sulle imposte dirette e indirette - principalmente Irpef, Ires e Iva - ci sarà una stretta da quasi 80 miliardi. E la pressione fiscale salirà oltre il 44%.
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