Economia

Robinhood adesso vuole Wall Street

La piattaforma di trading pensa di quotarsi entro marzo

Robinhood adesso vuole Wall Street

«C'è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé». Piegando a uso del mondo degli affari il celeberrimo aforisma di Oscar Wilde, si potrebbe dire che Robinhood si guarda allo specchio come un novello Dorian Grey e si trova irresistibile per Wall Street. Al punto da pensare di quotarsi in tutta fretta, addirittura entro la fine di marzo. Forse con un'Ipo diretta, forse attraverso un veicolo societario creato ad hoc (Spac). Così racconta Bloomberg, che riferisce di alcuni tête-à-tête già avvenuti fra alcuni potenziali investitori e il vertice dell'app di trading. Il denaro non dorme mai e, del resto, c'è da sfruttare quel quarto d'ora di notorietà allungato a dismisura dalle speculazioni su Gamestop.

Poco importa se, al di là dello specchio, la creatura di Vlad Tenev è piena di rughe. Una di questa è la class action promossa da 26mila persone, un'altra i 4mila reclami rivolti alla Sec (la Consob Usa). Tutte azioni di protesta intraprese dopo che Robinhood, all'acme della Gamestop-mania, aveva deciso di impedire l'acquisto dei titoli più «shortati» dai fondi speculativi. Altre grinze sono la goffa testimonianza resa dallo stesso Tenev davanti al Congresso e il fatto che la Dtcc, il cane da guardia contro i crolli del mercato, ha imposto in febbraio alla società di mettere un miliardo di dollari in più di capitale a garanzia. Da sommare agli ulteriori 3,4 miliardi raccolti pochi giorni dopo, con una mossa che sembrava indicare l'urgenza di puntellare finanziariamente la piattaforma digitale.

Eppure, in questo profumo di quotazione conta alla fine la fama (anche se negativa) acquisita: è quella che fa approdare frotte di nuovi proseliti nella terra promessa del trading fai-da-te. Solo il mese scorso, tre milioni di utenti in più. Così, l'irrobustimento del marchio e la sua crescente visibilità sono la benzina che alimenta la voglia di Ipo e fa correre sui mercati privati il prezzo delle azioni Robinhood, arrivate a 52 dollari contro i 15 del settembre scorso. In base alla stima di un investitore interpellato dalla Cnbc, l'azienda potrebbe valere fino a 40 miliardi, più del triplo rispetto agli 11,7 miliardi stimati nel corso di un finanziamento nel 2020. Tenev, a quanto pare, si potrebbe però accontentare di dare in pasto a Wall Street la sua creatura per 30 miliardi. L'appetito del mercato nei confronti dell'app di trading spiega il motivo per cui sei grandi banche, oltre a Sequoia Capital e Ribbit Capital, non hanno esitato a staccare robusti assegni a favore di Robinhood nel momento di maggiore caos durante la saga di Gamestop. Anche perché i loro crediti si trasformeranno in azioni non appena la società sarà stata quotata. Ricche plusvalenze in vista.

Sullo sfondo, malgrado i più robusti cuscinetti di capitale, resta come minaccia di futuri guai la non inesausta volatilità di Gamestop, che mercoledì scorso ha «strappato» all'insù di un altro 100%.

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