Marcello Astorri
Le ondate di scioperi mettono sotto pressione i ricavi di Ryanair. La compagnia aerea irlandese ha diffuso ieri una nota ufficiale con la quale rivede al ribasso gli utili per la chiusura del bilancio a marzo 2019: le nuove stime parlano di cifre comprese in una forchetta tra 1,10 e 1,25 miliardi di euro. Il 12% in meno rispetto alle precedenti previsioni che attestavano gli utili tra 1,25 e 1,35 miliardi.
Una flessione netta rispetto alla performance da 1,45 miliardi del bilancio 2017-2018. Il braccio di ferro ormai sempre più aspro tra la dirigenza della compagnia aerea irlandese e i suoi piloti e assistenti di volo sta impattando sulle prenotazioni. I clienti temono la cancellazione dei voli e tendono a rivolgersi ad altri operatori. A incidere, ha fatto sapere l'azienda, ci sarebbe anche il caro petrolio.
Ma l'amministratore delegato di Ryanair, Michael O'Leary, tuona in particolar modo contro i suoi dipendenti: «Due recenti scioperi coordinati in cinque Paesi europei dal personale navigante hanno colpito numerosi passeggeri, prenotazioni e margini. Scusandoci per questi disagi, siamo comunque riusciti a operare il 90% dei nostri voli previsti. Tuttavia, la fiducia dei clienti, le prenotazioni anticipate e le tariffe per il terzo trimestre sono state colpite, in particolare per le festività scolastiche di ottobre e quelle natalizie, in quei 5 Paesi dove questi inutili scioperi si sono ripetuti». L'ad si riferisce a Germania, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. Le agitazioni fanno seguito agli scioperi già effettuati in estate. L'ultimo, datato 28 settembre, è durato 24 ore e ha visto partecipare anche l'Italia. Nel nostro Paese la compagnia aveva firmato un accordo con alcune sigle sindacali lo scorso agosto, ma non con tutte. Il personale vorrebbe un nuovo contratto collettivo, che riconosca al dipendente l'inquadramento del rapporto di lavoro secondo il diritto dello Stato dove è di base. E non secondo la legge irlandese, dove ha sede l'azienda.
Ieri sono stati dolori per Ryanair che ha perso oltre il 12% alla Borsa di Londra. Nuovi scioperi ci potrebbero essere nel terzo trimestre con ulteriori ripercussioni sugli utili. A meno che non si trovi un accordo in tempi brevi con i sindacati.
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