Il Salone dell'auto di Milano, che nel 2014 si svolgerà alla Fiera di Rho nella seconda decade di dicembre, è già diventato un caso ancora prima (lo sarà domani) di essere presentato. Di mezzo si sono messi soprattutto la politica e i campanili, con esponenti dei vari schieramenti di Bologna e Torino che hanno «scoperto» che i Saloni dell'auto di quelle città non ci sono più. E via con le polemiche e le richieste di tavoli sul comparto fieristico per il fatto che a proporre l'evento milanese è lo stesso creatore del Motor Show di Bologna (Alfredo Cazzola), da poco annullato. «Si fa polemica - dice l'organizzatore - perché il nuovo Salone è stato programmato a dicembre, lo stesso periodo in cui si teneva il Motor Show. Ma dicembre, a mio parere, è sempre stato il mese più indicato per un'iniziativa del genere. È equidistante da Parigi/Francoforte, che si svolgono in alternanza nell'autunno, e da Ginevra, nell'anno successivo».
Eppure in questi giorni lei è stato messo in croce. Avrebbe portato via da Bologna la rassegna.
«L'annullamento del Motor Show è un grande dispiacere. Ma sono state le case automobilistiche, con la mancanza di adesioni, a decretarlo. Noi siamo partiti dalla lavagna pulita: si è aperto uno scenario grazie al quale si possono avanzare progetti capaci di riattrarre, all'interno di un Salone internazionale, l'industria del settore».
Chi cerca di fare qualcosa di nuovo è sempre oggetto di attacchi...
«I politici facciano quel che credono. Ma prima si informino bene perché, da che mondo è mondo, la competizione tra i quartieri fieristici è sempre esistita e aiuta a migliorarsi, E poi io non ho trasferito nessun evento da Bologna a Milano. Ripeto, c'è stata la cancellazione di un Salone e, per gli altri, a questo punto, c'è tutto il diritto di organizzarne un altro».
Quando ha cominciato a parlarne con Fiera Milano?
«Conosco da tempo l'ad Enrico Pazzali. Il contatto è iniziato a luglio: mi sono presentato con il mio piano. Quindi, a settembre, ne ho parlato con Unrae, l'associazione dei costruttori esteri, e Fiat. Poi c'è stato l'accordo.
Che tipo di accordo?
«Pluriennale».
Ci saranno ricadute sull'economia locale e nazionale?
«Certo, come lo è solitamente un evento destinato ai consumatori. Ci si aspettano effetti sull'offerta alberghiera, la ristorazione e le vendite».
Riuscirà a portare Sergio Marchionne in Fiera? Al Motor Show si è visto una sola volta.
«Un Salone, per essere consacrato, ha bisogno di tanti lanci di novità e della presenza del maggior numero di top manager. Lo aspettiamo».
Le vendite di auto sono crollate, le case dicono di avere pochi soldi. Eppure lei ci prova.
«Chi fa il mio mestiere è soprattutto nei momenti di crisi che deve giocare all'attacco con idee innovative: l'obiettivo è di riportare l'industria dell'auto al centro del Sistema Paese.
Il Motor Show risorgerà?
«Non credo si possa fare più di un Salone in Italia...».
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