Economia

La Sardegna non vola Ryanair

Un modello di business funziona? Nessun problema: tarpiamogli le ali. Il richiamo aeronautico è quanto mai opportuno visto che parliamo di Ryanair, la compagnia irlandese che si è imposta con la sua flotta aerea nel mercato internazionale low cost. E molto bene anche in Italia, riuscendo a rilanciare aeroporti che fino a ieri venivano classificati come scali satellite. Vedi Orio al Serio, in provincia di Bergamo, oggi al nono posto della classifica mondiale per la categoria dei voli economici.Ma, nel nostro Paese, anziché far tesoro e sostenere un fenomeno che ha cambiato radicalmente il modo di volare - parlerei di una vera e propria rivoluzione e democratizzazione del volo - si agisce pervicacemente depotenziandolo. Il caso dell'aeroporto di Alghero è illuminante. La mossa delle autorità di aumentare le tasse aeroportuali e di togliere i contributi regionali, ha provocato la reazione del vettore irlandese che ha annunciato di voler ridurre del 50% i propri voli. E potrebbe risultare l'anticamera dell'abbandono vero e proprio per cercare altri scali più convenienti. Vista la collocazione strategica di Alghero che serve il nord della Sardegna, si tratterebbe di una rinuncia destinata a incidere in misura notevole sull'economia territoriale, in primo luogo il turismo.Davanti a questo pericolo, imprenditori locali si sono dati da fare con una raccolta fondi affinché Ryanair si ravveda e confermi i propri investimenti sulla tratta di Alghero. Un gesto concreto e simbolico insieme. Che, oltre a denunciare la gravità del problema in una forma di solidarietà tra privati, suona soprattutto come richiamo ai decisori pubblici impegnati in un braccio di ferro miope che, ancora una volta, certifica l'oggettiva ostilità della mentalità statalista verso il mondo imprenditoriale.

In Italia la sana logica di mercato non riesce mai a spiccare il volo.

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