Sarmi, il manager pubblico pronto a tornare alla «Sip»

Sarmi, il manager pubblico pronto a tornare alla «Sip»

Non è ancora ufficiale il ritorno di Massimo Sarmi alla guida di Telecom, ma a casa di uno dei suoi consulenti di fiducia il telefono non smette di squillare. Almeno da quando ha preso corpo il possibile passo indietro di Franco Bernabè e il nome dell'attuale numero uno di Poste Italiane ha iniziato a imporsi sulla scena. E a stupire non è tanto la legittima caccia al nome, ma il fatto che dopo 15 anni il suo ritorno sia quasi acclamato. «Tutto merito del suo profilo da tecnico e della sua preparazione» racconta chi lo conosce e, in questi anni, ha raccolto in azienda i malumori legati alle scelte di manager e capitani d'industria con una preparazione lontana dal mondo delle tlc.
Tutto quello che oggi non è Sarmi. E che lo fa apparire come «l'uomo nuovo». Un paradosso se si pensa che l'ingegnere ha la stessa età di Franco Bernabè (65 anni, sono entrambi del 1948), e che Sarmi era in Telecom quando si chiamava ancora «Sip». Qui la sua carriera di snoda tra la carica di direttore generale in Tim (nel 1995) e la promozione con lo stesso ruolo alla capogruppo (1998). Incarico che lascia due anni dopo per approdare in Siemens prima di diventare, nel 2002, ad di Poste.
Tutto questo, nel corso di una carriera nata in Aeronautica militare dopo una specifica formazione: la laurea in Ingegneria elettronica alla Sapienza di Roma e una specializzazione in elettronica applicata alle telecomunicazioni a Torino. Uomo schivo, rifugge la mondanità, Sarmi ha una vita privata riservata (sposato con due figli) e un solo grande chiodo fisso: la tecnologia e l'innovazione. Alla Tim è stato (insieme a Mauro Sentinelli) l'uomo della «carta prepagata», invenzione che permise l'emancipazione dagli abbonamenti. E in Poste ha svecchiato - grazie anche all'opera del predecessore Corrado Passera - un mondo fatto di faldoni cartacei e pratiche mettendo in rete il sistema, inventandosi la Postepay e il postino telematico. Con una forte capacità di mediazione, in particolare col mondo sindacale, a inizio carriera Sarmi è stato «in quota» An. Salvo poi abilmente emanciparsi dai «padrini politici» tanto che, oggi, sarebbe uomo ben visto tanto a destra quanto a sinistra. Vicino a diversi uomini di governo (Letta, Saccomanni e Catricalà), Sarmi avrebbe la strada spianata per il nuovo corso Telecom.

Tanto più che, nel tempo, ha stretto accordi con tutti: cinesi, indiani, americani. E ama le alleanze internazionali. Carta che può giocare a suo favore in vista dell'approdo degli spagnoli di Telefonica. La sua partenza lascerebbe a Poste bilanci in utile, una chimera oggi per Telecom.

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