Il senior vicepresident: «Dalla nostra tecnologia servizi ai cittadini»

Carlo Barlocco è il numero uno di Samsung in Italia, nel senso che adesso Samsung, in Italia, ha un vero numero uno. Barlocco infatti è stato promosso senior vicepresident e questo vuol dire che dalla Corea gli è stata affidata la responsabilità di tutte e sei le divisioni di un'azienda ormai (quasi) autonoma con più di 500 dipendenti. In più il manager italiano è stato insignito del «Chairman Award», premio che finora era stato assegnato soltanto ai dirigenti di Seul e dintorni.
Samsung crede molto nel mercato italiano.
«I numeri parlano chiaro. Se guardiamo le vendite nel settore degli smartphone, uno su due ha il nostro marchio. E nella fascia alta siamo a uno su tre».
Ma non vendete solo telefoni...
«L'anno scorso il nostro fatturato per l'Italia era intorno ai 2,2 miliardi di euro. Quest'anno il trend è più che positivo: parliamo di un aumento dei ricavi del 40% nel 2012 come nel resto del mondo. E questo è segno che le cose non vanno così male».
Lei crede?
«Certo, la crisi c'è, ma forse riguarda più le aziende che le singole persone. In Grecia, ad esempio, non si vendono certo 40 milioni di telefoni e non credo che gli italiani siano così pazzi da bruciare i risparmi per uno smartphone».
Prossimi traguardi?
«Il settore tv è il nostro core business: il futuro è lo sviluppo dei canali on demand. Ma soprattutto vogliamo popolarizzare la domotica: ormai con le nostre tv e i nostri elettrodomestici wi-fi, l'obiettivo è avere con una spesa ragionevole una casa comandata dallo smartphone, quasi fosse un gioco. Poi c'è la divisione business...».
Una novità.
«Sì, il BtoB è un mercato in cui vogliamo entrare e offriremo alle aziende soluzioni chiavi in mano».
Cosa non farete, invece?
«Aprire negozi nostri. Siamo riconoscenti a chi ci ha aiutato fin da quando eravamo una piccola realtà».
La ricetta di Samsung Italia per superare la crisi.
«Puntiamo a fare sistema con il Paese, penso a cose come l'Nfc al servizio del cittadino per cose come i micropagamenti via cellulare o da usare com badge al lavoro. E alla scuola digitale, un progetto a cui teniamo tantissimo.

Abbiamo una tecnologia che già in Corea funziona benissimo, si tratta solo di importarla. Sia chiaro però...»
Dica...
«Le infrastrutture non toccano a noi, proponiamo invece soluzioni. Con un obiettivo finale: dimostrare che, volendo, tutto si può fare. Anche in Italia».

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