Marcello Zacché
Giuseppe Guzzetti non ha mezze misure: il fondo Atlante ha impedito che la situazione di due banche «ad altissimo rischio» trascinasse «nel suo fallimento l'intero sistema bancario italiano», ha detto ieri, in una intervista a Skytg24.
Guzzetti è uno dei grandi vecchi del capitalismo italiano, tra i pochi ad avere attraversato tutta la crisi economica restando saldamente in sella. Presidente della Fondazione Cariplo dalla sua formazione, nel 1997, e destinato a rimanerci fino al 2019, Guzzetti è appena stato designato anche per un altro mandato triennale al vertice dell'Acri, l'associazione delle fondazioni italiane. È quindi una sorta di grande rappresentate dei principali soci delle maggiori banche italiane.
Oltre ad essere, tramite la Cariplo, il dominus dell'istituto numero uno del Paese, Intesa Sanpaolo, di cui l'ente lombardo ha circa il 5% del capitale.
Per questo, alla vigilia di un'altra settimana difficile per le banche italiane, alle prese con gli aumenti di capitale di Veneto Banca e Banco Popolare, la posizione di Guzzetti è importante per misurare la temperatura del sistema. E Guzzetti ha ieri tenuto a precisare che senza le Fondazioni e dunque senza Fondo Atlante, sarebbe stato un disastro. Le Fondazioni, infatti, sono state decisive nel far investire le grandi banche che hanno partecipato con 3 dei 4,2 miliardi del fondo, oltre ad averci anche messo 500 milioni di loro. Ed è chiaro - ha detto Guzzetti - che «se falliscono le banche il sistema va in crisi, con le famiglie e l'economia reale». Ma Atlante è intervenuto: «C'erano due banche ad altissimo rischio, anzi per una si è già realizzato, per la Banca Popolare di Vicenza che, con il suo fallimento avrebbe trascinato l'intero sistema bancario italiano».
Guzzetti ha poi ricordato che oltre alle ricapitalizzazioni, le banche italiane richiedono anche la soluzione del problema dei 200 miliardi di crediti lordi in sofferenza. E sul tema si è detto in linea con Alessandro Penati, il gestore del fondo Atlante, nonché manager del patrimonio stesso di Cariplo. «Penati, accanto all'obiettivo di togliere alle nostre banche le sofferenze, ha anche quello molto importante per il nostro Paese e per le banche di creare un mercato delle sofferenze». Così da non essere costretti a «stare alla mercé delle agenzie straniere, che comprano a prezzi bassissimi», bensì in difesa «delle nostre banche che potranno poi rivenderle in un mercato» nuovo, ancora tutto da costruire. Di sicuro le prossime settimane saranno decisive da questo punto di vista. E c'è da scommettere che i nuovi investitori, tramite Penati o le stesse fondazioni, avranno sempre più voce in capitolo.
Lo si è visto qualche giorno fa, quando Penati è intervenuto a gamba tesa su Unicredit, criticando aspramente i grandi soci della banca milanese per aver licenziato l'ad Federico Ghizzoni senza aver prima pensato alla sua successione.
Sul tema Guzzetti non ha voluto polemizzare, limitandosi a dire di avere «grande stima per Ghizzoni che ha gestito la banca in un momento di grande difficoltà». Ma aggiungendo anche che ad Intesa è andata bene perché, con Carlo Messina, «abbiamo avuto la fortuna di scegliere un giovane ad che è una scommessa vincente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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