Il governo scende in campo e prova a far ripartire la trattativa sugli esuberi di Alitalia, che si è arenata prima ancora di entrare nel vivo. Il tempo stringe, visto che la scadenza per arrivare a un accordo è il 15 luglio, e diventa sempre più pressante la necessità di individuare strumenti di gestione delle 2.251 eccedenze, chieste da Etihad per consentire di far partire la «nuova» Alitalia con un organico di 11.470 dipendenti rispetto agli attuali 13.721. Su questa strada accidentata, l'idea dell'esecutivo è di valutare «tutti gli strumenti previsti dalla legge» e, tra le opzioni sulle quali si sta ragionando, c'è quella di «ricollocare» una parte degli esuberi. La questione è stata al centro di un incontro tra il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e l'ad della compagnia Gabriele Del Torchio. «L'azienda ha confermato il numero degli occupati richiesti per poter arrivare all'accordo. Ha indicato il perimetro e ora valutiamo come intervenire», ha riferito Lupi, annunciando per mercoledì prossimo l'incontro con i sindacati. Ma c'è un'altra partita ancora da chiudere, quella della trattativa sul debito di 560 milioni con le banche finanziatrici UniCredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Popolare di Sondrio.
Il lavoro prosegue ma sui tempi di chiusura dell'operazione non vi sarebbero previsioni. «Su Alitalia si sta lavorando a un accordo e mi pare che tra le parti al tavolo ci sia la buona volontà di trovarlo», ha detto l'ad di Mps Fabrizio Viola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.