È praticamente certo il rinvio del cda di Rcs, che avrebbe dovuto essere convocato entro lunedì prossimo 11 marzo, per discutere di conti 2012, aumento di capitale, ristrutturazione del debito nonché per vagliare le offerte pervenute per le testate periodiche poste in vendita dall'ad Pietro Scott Jovane. Secondo quanto si apprende in ambienti interni a Via Rizzoli, uno slittamento verso la fine della prossima settimana avrebbe molteplici vantaggi. In primo luogo, si potrebbe finalizzare l'accordo con gli istituti creditori (Intesa, Unicredit, Bnl-Bnp Paribas e Ubi) vista la prossima scadenza di circa un miliardo di euro di linee di credito. Chiaramente, qualche giorno di tempo consentirebbe alle stesse banche (Intesa in primis essendo anche socia del gruppo editoriale) di portare in consiglio le determinazioni.
Nonostante il fattivo intervento del Credit Suisse (che oltre all'aumento da 400 milioni circa) sta dialogando anche su questo versante, il problema sarà convincere le controparti della realizzabilità del nuovo piano e offrire garanzie adeguate a partire dagli immobili).
Ieri era stata fissata anche la data di scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti per i dieci periodici (tra i quali Novella2000 e Max). Andrea Mastagni, proprietario del gruppo Gsf, ha presentato un'offerta e un piano industriale «senza formulare cifre e guardando solo ai valori della raccolta pubblicitaria». Da Via Rizzoli era filtrato anche l'interesse di qualche fondo d'investimento nonché di altri gruppi editoriali.
A Piazza Affari Rcs ha ceduto il 3,11%, per effetto del sentiment negativo sul comparto dei media. Ma Scott Jovane sa già che si naviga di bolina.
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