Economia

Lo spread sopra la soglia 290 punti: la sinistra insorge

Per un paio d'ore lo spread torna sopra i 290 punti base, poi ripiega. La sinistra usa la crisi dell'Eurozona per attaccare il Cav

Lo spread sopra la soglia 290 punti: la sinistra insorge

Questa mattina lo spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi è tornato, per un paio d'ore, sopra i 290 punti base. La sinistra, indebolita nei sondaggi dallo scandalo Mps e dalla travolgente campagna elettorale di Silvio Berlusconi, si aggrappa al flop dei titoli di Stato italiani per attaccare il Cavaliere.

Storditi dai sondaggi che danno il centrodestra in rimonta, centristi e sinistra risorgono sulla scia dei rialzi del differenziale. È bastato l'ennesimo ribasso alla Borsa di Milano (in linea con le principali piazze finanziarie del Vecchio Continente) per far uscire allo scoperto il popolo anti Cav. Uno dopo l'altro. "Sulle cause del calo delle borse e dello spread pesano gli annunci del presidente Berlusconi", tuona il leader del Fli Gianfranco Fini. "Borse e spread segnalano che in Italia si mettono in discussione gli impegni che lo stesso Berlusconi ha sottoscritto - fa eco il centrista Pier Ferdinando Casini - le sue proposte, restituzione dell’Imu e condono tombale, fanno pensare all’Italia come ad un Paese di irresponsabili". E il piddì Enrico Letta affonda: "Berlusconi è sicuramente un problema in prospettiva per il Paese". Tutti allineati per dare addosso al leader del Pdl. In prima linea anche la stampa progressista. L'Huffington Post "festeggia" lo spread sopra quota Monti, ovvero quei 287 punti base fissati l'anno scorso dallo stesso Professore come traguardo delle proprie politiche economiche. E così il differenziale sui titoli di Stato italiani diventa la leva con cui la sinistra passa al contrattacco. Non dicono per esempio che il malessere finanziario è endemico e deprime l'intera Eurozona. Non dicono che la proposta di eliminare la tassa sulla prima casa non può condizionare il Dax di Francoforte, che ieri ha perso il 2,5%, oppure il Cac40 di Parigi, che ieri ha segnato un meno 3,01%. Non dicono nemmeno che, dietro agli attacchi dei soliti Wall Street Journal o Financial Times, ci sono i poteri forti che tifano per un bis di Mario Monti a Palazzo Chigi.

In una intervista a Studio Aperto, Berlusconi ha sbuguardato l'accusa mossa dalla sinistra, secondo cui la volatilità dello spread dipende dalle promesse elettorali del Cavaliere. "È un’altra delle stupidaggini che abbiamo sentito da parecchio tempo, e soprattutto in questi giorni - ha spiegato l'ex premier - gli interessi che dobbiamo pagare sui nostri titoli del debito pubblico sono assolutamente indifferenti sia all’attività di governo che ai programmi di governo". La tensione sui titoli di Stato è, infatti, durata solo nelle prime fasi della seduta con il differenziale di rendimento tra i decennali italiani e tedeschi che, dopo un’apertura in linea con la chiusura di ieri a 285 punti base, è salito fino a toccare quota 293 punti base per poi ripiegare fino a 281 punti base. In altalena anche il rendimento che dopo aver toccato il 4,52%, sui massimi dallo scorso dicembre, è sceso e si attesta ora al 4,45%.

"Dobbiamo registrare che l’Imu ha prodotto una distanza, un vallo, tra lo Stato e le famiglie - ha fatto notare il Cavaliere - da qui è derivata, subito, una riduzione dei consumi".

Commenti