Economia

Tassa sul suolo pubblico: cosa succede a bar e ristoranti dal 1° aprile

Con la fine dello stato d'emergenza si pone il problema dell'occupazione del suolo pubblico dei tavolini di bar e ristoranti: ecco cosa succederà dal 1° aprile

Tassa sul suolo pubblico: cosa succede a bar e ristoranti dal 1° aprile

Se da un lato, la fine dello stato d'emergenza del prossimo 31 marzo darà una nuova e decisiva boccata d'ossigeno a tutti gli esercenti che potranno tornare a lavorare come prima della pandemia, dall'altro lato si rischia un piccolo boomerang contro tutte quelle attività che si sono ingrandite all'aperto e occupato il suolo pubblico per poter rimanere aperti ed evitare assembramenti e distanziamento al chiuso quando il numero di ingressi era limitato. Dal 1° aprile, però, in molti potrebbero pagare una tassa sospesa da due anni a questa parte.

Ecco cosa cambia

Ad andare incontro a potenziali problemi saranno soprattutto bar e ristoranti che hanno ingrandito i loro locali con molti tavoli e tavolini di fronte ai loro ingressi. Ma non solo: pedane, ombrelloni e sedie hanno invaso decine di metri di suolo pubblico modificando, a volte in maniera decisiva, l'aspetto di città e marciapiedi triplicando il loro spazio esterno. Questa soluzione, prima o poi, sarebbe dovuta finire o comunque "rientrare" al termine dello stato d'emergenza ed è quello che accadrà tra 11 giorni. Cosa succederà, quindi, nell'immediato? Il decreto "Mille Proroghe" prevede un prolungamento fino al 30 giugno delle "misure di semplificazione per la presentazione delle domande e la posa in opera temporanea di nuove concessioni per l’occupazione di suolo pubblico o di ampliamento delle superfici già concesse". Questo significa che gli esercenti e i commercianti potranno continuare a occupare la loro porzione di suolo ma non più gratuitamente, bensì versando un canone.

Cosa succede in ogni città

A questo punto entrano in campo le amministrazioni comunali: come riporta Repubblica, un'ordinanza del sindaco di Bologna ha messo la parola fine alla proliferazione dei tavolini nelle piazze del centro storico dove gli spazi pubblici saranno concessi soltanto per una metratura massima di 10 metri quadrati invece dei 20 o 30 previsti fino a oggi (quindi la metà). A Bari, come previsto dal nuovo piano edilizio, si potrà procedere con il posizionamento dei tavoli all'esterno soltanto i locali che ne faranno richiesta tramite istruttoria ma soltanto nelle aree periferiche. Nella Capitale, invece, chi avrà ha montato pedane rispettando le regole previste dal codice della strada potrà continuare a sfruttare quello spazio almeno fino a giugno ma sarà obbligato a pagare l’occupazione del suolo: in questo caso, nessuna riduzione dello spazio esterno occupato ma il canone andrà pagato ugualmente e ricalcolato in base ai metri occupati. Lo stesso sarà valido per Milano e Torino dove i rispettivi sindaci hanno dato l’ok alla conservazione dei tavolini che occupano spazi extra ma dal 1° aprile si tornerà a pagare un canone d'affitto.

L'amministrazione più buona è quella di Genova, che è andata incontro a bar e ristoranti prorogando la gratuità del suolo pubblico addirittura fino al 31 dicembre 2022, tutto l'anno.

Va già meglio, comunque, anche a Firenze dove è stato applicato uno sconto del 20% sull'occupazione del suolo pubblico, una via di mezzo che possa accontentare tutti.

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