Economia

Telecom cede la rete: ok a trattativa con Cdp

Cda lampo per Telecom Italia ieri a Roma. In poco più di un'ora, segno che tutti i giochi erano ormai fatti, il consiglio ha dato mandato al management affinchè «proseguano i contatti in corso con la Cassa Depositi e Prestiti per un eventuale suo ingresso nel capitale della società della rete di accesso». In pratica il cda, con il voto contrario del consigliere indipendente Luigi Zingales (da sempre sfavorevole al progetto) e l'astensione di Telefonica, ha approvato ciò che era nell'aria da tempo, ossia lo scorporo della sua rete. Nella nuova società confluiranno dunque le attività e risorse relative allo sviluppo e alla gestione della rete di accesso, sia in rame sia in fibra. In pratica, nella nuova società finiranno 115 milioni di chilometri di rete in rame, 724mila chilometri in fibra, 10.400 centrali, 151mila armadi (quelli che si trovano per strada). In tutto, questa rete conta 22 milioni di utenti. Il nuovo soggetto dovrà garantire a tutti gli operatori (i concorrenti come Fastweb, Wind Vodafone, ma anche alla stessa Telecom) l'accesso alla rete fissa a parità di trattamento.
La procedura sarà lunga e complessa anche dal punto di vista regolamentare e tecnico. Il risultato finale dovrebbe essere la creazione di una società in grado di fare tutti gli investimenti necessari per garantire all'Italia una moderna rete in fibra ottica per servizi multimediali avanzati: dai film on demand alla teleconferenza, all'accesso a banda larghissima a Internet. Per far questo l'auspicio del Tesoro da cui dipende la Cassa Depositi e Prestiti è che tra Telecom e Metroweb, l'altra società della rete che fa capo al fondo F2i di Vito Gamberale in cui Cdp ha già investito, si creino le sinergie necessarie a portare avanti il progetto. Ma certo le difficoltà non si fermano qui. Senza la rete infatti Telecom, come puntualizzato anche da Asati (l'associazione dei piccoli azionisti), rischia di restare una società di servizi di tlc con tanti dipendenti. Oltre ventimila infatti, scorporati gli addetti che seguono le attività della rete, resterebbero a vendere servizi che vedono ricavi in calo anno su anno a causa della grande concorrenza e delle tariffe in contrazione. L'ultima tegola arriva, come sempre, da Bruxelles dove la commissaria Neelie Kroes ha avanzato una proposta per togliere i costi del roaming a partire dal 2015. Un altro colpo durissimo per gli operatori.

E non è un caso che, dopo queste parole, Telecom ha perso in Borsa l'1,7%.

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