Economia

Scoppia la "guerra del grano": quanto ci costeranno pane e pasta

L’Italia importa il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione del pane e sarebbe uno dei Paesi più colpiti dall'eventuale invasione russa

Scoppia la "guerra del grano": quanto ci costeranno pane e pasta

Gas, energia ma non solo: la tensione tra Russia e Ucraina rischia di comportare nuovi rincari. L’allarme arriva dalle associazioni di categoria: la possibile invasione russa potrebbe avere delle importanti ripercussioni sul mercato del grano e delle materie prime agricole. La crisi in atto, infatti, mette a rischio i prezzi dei cereali a livello internazionale: l'Italia corre un grosso pericolo.

Russia e Ucraina garantiscono circa un terzo delle esportazioni mondiali di grano: Mosca è il principale Paese esportatore di cereali a livello mondiale, mentre Kiev si colloca al terzo posto. Ma non solo: come confermato da Coldiretti, l’Ucraina è quinta per i 36 milioni di tonnellate di mais per l'alimentazione animale e settima per i 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane.

In una nota, Coldiretti ha messo in risalto che l’Italia importa il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione del pane: nel 2021 ha importato oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia. Il presidente Ettore Prandini ha evidenziato: “Nell'immediato occorre garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e delle stalle affinché i prezzi riconosciuti ad agricoltori e allevatori non scendano sotto i costi di produzioni in forte aumento per effetto dei rincari delle materie prime anche alla base dell'alimentazione degli animali, come il mais”.

Anche Confagricoltura chiede un intervento a sostegno del mercato, lanciando un appello a Bruxelles: “Occorre che l’Ue difenda la propria indipendenza alimentare come punto di forza. Anche perché la Ue è in grado di produrre un quantitativo sufficiente a coprire il fabbisogno interno e ad alimentare un importante flusso di vendite fuori dall’Unione”, le parole del presidente Massimiliano Giansanti.

Impossibile escludere al momento rincari per pasta, pane e biscotti. Ricordiamo che il “caro prezzi”, legato all’aumento di gas, luce e carburante, ha già colpito duramente la spesa degli italiani con aumenti medi superiori al 20%.

Per fare un esempio, da marzo a ottobre 2021 il costo del pane è salito dell’11%, toccando quota 3,86 euro al chilo.

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