Politica economica

Le trimestrali Usa spingono le Borse

Scattano i titoli del credito. E Lagarde assicura: "Banche solide e inflazione in calo"

Le trimestrali Usa spingono le Borse

«Il sistema bancario dell'area euro è resiliente, con posizioni solide di capitale e liquidità». Christine Lagarde rassicura, i mercati apprezzano. Anche se, più che dalle parole della presidente della Bce, le Borse europee si sono ieri lasciate ammaliare dai conti trimestrali in gran spolvero di Jp Morgan, Wells Fargo e Citi. La bufera che aveva investito il settore del credito, con la catena di fallimenti di alcune banche regionali Usa, gli interventi della Fed a tamponare la fuga dei depositi e la morte certificata di Credit Suisse come entità autonoma, sembra essersi dissolta. Poco importa se le big three a stelle e strisce (la quarta è Bank of America), non siano lo specchio più fedele di un sistema creditizio in cui le sofferenze avevano raggiunto picchi settimanali superiori ai 65 miliardi di dollari. L'Europa, a parte CS e le sbandate di Deutsche Bank, pare messa meglio in termini di struttura patrimoniale e ciò spiega anche la fiammata di ieri dello Stoxx Banks 600 (+3%) a riassumere l'ondata di acquisti riversatasi sui titoli bancari. A cominciare da quelli italiani, con Intesa Sanpaolo salita del 3,37%, Mps del 3,12%, Unicredit del 2,9% e Mediobanca del 2,29%.

Un'euforia in contrasto con le cautele espresse dal Fondo monetario internazionale che ieri invitava a «non compiacersi» dei cuscinetti di capitale e liquidità delle banche europee, seppur «confortevoli». Anche se poi lo stesso Fmi suggeriva alla Bce di mantenere la stretta sui tassi fino a quando l'inflazione core non convergerà chiaramente verso i target. Invito quasi pleonastico, poiché Francoforte non ha alcuna intenzione di mollare la presa. I falchi hanno già espresso l'intenzione di bissare in maggio il giro di vite di mezzo punto deciso lo scorso marzo. «Ci attendiamo che l'inflazione nell'area euro continui a calare», ha detto Lagarde, ma il lavoro non è ancora finito. «I rialzi (del costo del denaro, ndr) mettono in evidenza la nostra determinazione ad assicurare il ritorno dell'inflazione al target di medio termine del 2%», ha aggiunto la leader dell'Eurotower.

L'azione restrittiva sta peraltro iniziando a impattare su ciclo economico, anche se la banchiera francese attribuisce alla guerra in Ucraina gli aumentati rischi per la crescita, né si sofferma sulle conseguenze che la postura aggressiva della Bce potrebbe avere sul sistema bancario sotto forma di un aumento dei prestiti di difficile riscossione, su una ridotta erogazione di credito e sulla perdita di valore dei bond sovrani in portafoglio. Nè una parola è stata dedicata a quei «chiari segni di vulnerabilità» nel settore immobiliare su cui la stessa Bce, all'inizio del mese, aveva posto l'accento. Fiutando il pericolo, l'Eurotower aveva chiesto l'introduzione di nuovi limiti ai fondi immobiliari commerciali per ridurre i rischi di un crisi di illiquidità. Qualche campanello d'allarme sta infatti già risuonando.

Senza troppo clamore, lo scorso febbraio hanno preso il volo circa 215 milioni di euro dai fondi che investono nel mattone per effetto delle ripetute strette ai tassi che hanno reso i prestiti più onerosi e depresso le valutazioni del settore.

Citibank stima che i titoli immobiliari europei potrebbero subire un calo fra il 20 e il 40% tra il 2023 e il 2024, mentre lo scenario più avverso non esclude un crollo del 50% entro l'anno prossimo del comparto immobiliare commerciale ad alto rischio.

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