Donald Trump torna a picchiare prepotentemente i pugni sul tavolo, prendendosela questa volta con il Wto («usciremo dall'Organizzazione mondiale del commercio se non cambierà atteggiamento verso gli Usa») e ancora con l'Europa, rimandando al mittente l'offerta di Bruxelles di azzerare bilateralmente tutti i dazi. In mezzo, poi, ci sta il Canada e il suo futuro dopo la rottamazione del Nafta (gli accordi di libero scambio tra Usa, Canada e Messico entrati in vigore nel 1994) e l'intesa già raggiunta tra Stati Uniti e Messico. Sulla questione canadese i negoziati proseguono: il presidente Usa vorrebbe che Ottawa abbandonasse tutto o parte del proprio sistema di protezione per i produttori di latte.
Il ritiro degli Usa dal Wto rappresenterebbe, senza dubbio, un colpo al sistema commerciale multilaterale che gli stessi Stati Uniti avevano contribuito a creare dopo la Seconda guerra mondiale. «Se non cambiano, opterò per il ritiro dal Wto», ha minacciato Trump in un'intervista a Bloomberg News.
Il presidente Usa, dal canto suo, sembra intenzionato ad annunciare già la settimana prossima dazi contro 200 miliardi di dollari d'importazioni cinesi. La risposta di Pechino sarà l'applicazione, a sua volta, di dazi su 60 miliardi di dollari d'importazioni americane.
Il capitolo auto, ora. Qualche settimana fa pareva che l'idea dell'Ue, sponsorizzata dai costruttori tedeschi, di azzerare bilateralmente i dazi potesse sbloccare l'impasse con la Casa Bianca. Ma Trump, dopo una lunga riflessione, ha intravisto nell'iniziativa benefici a favore dell'industria europea. «Quella che ci è arrivata dal commissario Ue al Commercio, Cecilia Malmstrom, è una proposta non abbastanza buona», la replica della Casa Bianca. Secondo Trump gli europei «sono abituati a comprare le loro automobili, non le nostre», come a dire che a godere della proposta di Bruxelles sarebbero soprattutto i marchi tedeschi.
Il leader Usa ha poi aggiunto: «La Ue è tanto cattiva quanto la Cina, solo più piccola». E così, con il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, è tornata ad agitarsi l'ascia di guerra.
Solo il 25 luglio scorso, Trump aveva siglato una tregua commerciale con Juncker: i due big, infatti, si erano ripromessi «di lavorare insieme verso zero dazi, zero barriere e zero sussidi su prodotti industriali non automobilistici». «Se gli Usa rafforzeranno le tariffe contro le importazioni di auto europee, allora lo faremo anche noi», la replica di Juncker.PBon
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