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Tuf, arriva il via libera di Bankitalia. Assemblee societarie più flessibili

Tre modelli di governance, compreso il dualistico

Tuf, arriva il via libera di Bankitalia. Assemblee societarie più flessibili
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"Favorire la crescita del mercato finanziario e renderlo più competitivo e attrattivo a livello internazionale". È questo lo spirito con cui è nato il Testo unico della finanza, uno spirito che ieri ha trovato il pieno sostegno della Banca d'Italia. Via Nazionale, intervenendo davanti alle Commissioni Giustizia e Finanze, ha infatti promosso la proposta di riforma, riconoscendone gli elementi di modernizzazione. Un via libera non solo tecnico ma anche politico, che arriva mentre governo e parlamento mettono a punto gli ultimi dettagli di un provvedimento destinato a cambiare il modo in cui le imprese italiane si finanziano e dialogano con il mercato. Nel suo commento, diffuso sotto forma di nota, Bankitalia sottolinea la necessità di mantenere solide "clausole di salvaguardia" per le discipline settoriali, soprattutto per quanto riguarda i doveri degli organi di controllo e il ruolo degli amministratori non esecutivi. Una prudenza che va di pari passo con l'apprezzamento per il rafforzamento dell'autonomia statutaria e per la valorizzazione delle diverse architetture di governance, considerate un tassello importante per rendere il sistema più moderno senza sfilacciare le garanzie.

Promossa anche la scelta di rendere più flessibile lo svolgimento delle assemblee societarie, a patto che resti intatto il diritto, per una quota qualificata di soci, di chiedere la convocazione in presenza, "a porte aperte". Un principio fondamentale, soprattutto nelle banche cooperative quotate, dove il confronto diretto è parte essenziale della vita societaria.

Bankitalia valuta positivamente anche l'introduzione di una disciplina chiara per i tre modelli di governance (tradizionale, monistico o dualistico): le società potranno attuare liberamente uno dei tre modelli, prevedendo però un "quadro normativo più chiaro per gli investitori, soprattutto internazionali", ha spiegato il capo del dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d'Italia, Giuseppe Siani (nella foto).

Sul fronte del risparmio gestito, l'attenzione si concentra sulle due novità principali della riforma: la società di partenariato e il nuovo regime di registrazione dei piccoli gestori, destinati a sostituire le società di investimento semplici (Sis), rimaste un fenomeno marginale. La società di partenariato punta a garantire maggiore riconoscibilità all'estero e rapporti più trasparenti tra soci e autorità di vigilanza.

In chiusura, la Banca d'Italia invita a valutare una revisione del divieto di interlocking (che non permette di ricoprire cariche

direttive in aziende concorrenti nei settore finanziario) introdotto dal Decreto Salva Italia, ritenendo che un aggiustamento mirato potrebbe ridurre gli oneri di compliance senza sacrificare le tutele per gli investitori.

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