Unipol diserterà l'assemblea di Premafin, chiesta dal custode giudiziale del 20% della ex holding dei Ligresti rimasto occultato per anni nel paradiso fiscale delle Bahamas e poi scovato dalla Consob. Il custode giudiziale Alessandro Della Chá vuole rimettere in discussione l'aumento di capitale che ha consegnato l'81% di Premafin a Unipol nell'ambito dell'acquisizione del gruppo Fonsai-Milano Assicurazioni, l'operazione che ha portato alla nascita del secondo agglomerato delle polizze in Italia dopo Generali. La mossa del gruppo bolognese, peraltro attesa dal mercato, è stata resa nota ieri da Premafin specificando che «allo stato non sussistono, e si ha motivo di ritenere che non sussisteranno, i quorum costitutivi»per l'assise né in prima né in seconda convocazione. Il 28 giugno, giorno in cui è fissata l'assemblea, il cda sarà comunque presente così da informare il mercato nel caso intervenissero dei cambiamenti: alla data limite del 20 agosto risultavano depositate azioni parisolo all'11,1% del capitale. Il 10 agosto Unipol ha ricordato, in una lettera a Premafin, l'avvenuta sottoscrizione dell'aumento di capitale, sottolineando che l'operazione si è «irrevocabilmente perfezionata» e che dunque l'oggetto dell'assemblea «è divenuto impossibile». La questione dovrebbe essere sostalzialmente chiusa e appaiono improbabili reazioni da parte di Della Chà, chiamato dalla Procura di Milano a valorizzare i titoli Premafin sequestrati ai trust The Heritage e Ever Green, cioè le società off-shore che Salvatore Ligresti avrebbe utilizzato per sostenere le quotazioni della holding.
Il custode aveva infatti chiesto lo scorso 26 giugno la nuova riunione dei soci in quanto riteneva che, nell'assemblea Premafin del 12 giugno che aveva approvato l'aumento riservato a Unipol, gli azionisti non fossero stati messi nella condizione di valutare progetti alternativi, in particolare quello di Sator e Palladio, progetti che però nel frattempo sono stati ritirati.
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