
Nel giorno in cui il ceo delle Generali, Philippe Donnet, afferma che Generali "non ha preso alcun impegno con Mediobanca" e la comunicazione al mercato del cda del Leone sottolinea come l'orologio sia fermo al 12 giugno, Mediobanca conferma l'anticipazione dell'assemblea per l'ok all'Ops su Banca Generali al 21 agosto. La forzatura di Piazzetta Cuccia è del resto stigmatizzata da più fonti interessate al dossier, secondo le quali nulla è cambiato rispetto al giugno scorso, quando venne sollecitato da alcuni azionisti un rinvio dell'assemblea in attesa di conoscere i dettagli degli accordi di partnership che avrebbero legato Milano a Trieste. In particolare VM 2006, la finanziaria che fa capo a Francesco Gaetano Caltagirone, aveva sottolineato l'assenza di informazioni circa "il contenuto economico e negoziale degli accordi di partnership strategico-industriale nei settori della bancassurance, dell'asset management e dell'insure-banking, che dovrebbero essere conclusi fra Mediobanca, Generali e Banca Generali, pur essendo tali accordi elemento irrinunciabile dell'Offerta e indispensabili per la permanenza dei promotori di Banca Generali".
"Conoscere il contratto" fra le tre società "è indispensabile per la fattibilità dell'operazione. Infatti - sottolineava VM 2006 - in esso debbono essere regolati i rapporti tra Generali e Banca Generali per la prosecuzione della collaborazione tra le due società, determinandone gli obblighi, le garanzie e i rimedi perché rimangano inalterate le possibilità di reddito delle due società". VM sottolineava inoltre come l'assenza di informazioni potesse provocare "sconcerto tra i promotori anche per l'effetto della perdita del marchio Generali", anche alla luce dell'incertezza circa il controllo della società da parte di Generali, Mediobanca o Montepaschi "che hanno tre differenti strategie". VM sottolineava ancora che "in mancanza di tali elementi informativi ed economici, l'articolo 104 del Tuf appare del tutto inefficace e configura una delega in bianco al cda di Mediobanca, delega per la quale sarebbe invece necessaria una esplicita previsione statutaria". Ebbene, cos'è cambiato da allora? A giudicare dalle parole di Donnet e dal comunicato di Generali assolutamente nulla.
Ma il rito ambrosiano da sempre in vigore in Piazzetta Cuccia, si sa, prevede che tutto possa essere distorto e piegato alla bisogna, con l'approvazione silente di una Consob mai così attenta a non disturbare il manovratore.