Anche se si tratta della banca del Vaticano la compensation policy è tutt'altro che francescana. Nel 2013 il presidente uscente dello Ior, Ernst von Freyberg, ha ricevuto 208mila euro di emolumento. I due top manager, il dg Paolo Cipriani e il suo vice Massimo Tulli, sono stati remunerati complessivamente per un milione di euro. È quanto emerge dal bilancio 2013 dell'Istituto per le Opere di Religiose, pubblicato ieri. I dati salienti erano stati resi noti la scorsa settimana (utile netto in forte calo a 2,9 milioni e margine di intermediazione in aumento a 67,9 milioni), ma ciò che evidenzia la relazione annuale è come 23 milioni di euro di patrimonio siano ancora sotto sequestro: si tratta della cifra che nel 2010 venne sequestrata al conto Ior presso il Credito Artigiano per violazione della normativa antiriciclaggio.
L'outlook finanziario sul 2014 evidenzia la necessità di impostare l'asset allocation alla ricerca del rendimento. «L'investimento nei titoli dell'Eurozona è stato profittevole, con una compensazione tra bond delle aree periferiche, il cui valore è salito, e di quelle core dell'Europa, dove invece il rendimento è sceso», si legge nella relazione, ma «alla scadenza delle obbligazioni, diventerà più difficile trovare rendimenti a un rischio accettabile». Questo sarà il compito precipuo del Vatican Asset Management (Vam), l'unità di amministrazione del patrimonio che il nuovo presidente, Jean-Baptiste de Franssu, è chiamato a creare scorporando la gestione dagli attivi dall'attività di intermediazione bancaria. Intermediazione sui generis, beninteso, perché la mission dello Ior è quella di sostenere le opere pie (aiuto ai poveri, costruzione di scuole e ospedali).
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